Approvato emendamento sull’abolizione del divieto di caccia in prossimità dei valichi montani

Approvato emendamento sull’abolizione del divieto di caccia in prossimità dei valichi montani: tordo sassello (Turdus iliacus)
© Giedriius / shutterstock

Discutendo il dl montagna, la Camera ha approvato l’emendamento Bruzzone sul divieto di caccia in prossimità dei valichi montani.

È solo una tappa, mancano ancora il voto finale sul provvedimento e soprattutto il secondo passaggio al Senato, obbligatorio dopo le modifiche; eppure è una tappa cruciale, valutazione confermata anche dalla durata della discussione su un singolo argomento, quasi mezz’ora: dunque è impossibile sottovalutare la decisione della Camera, che esaminando il dl montagna ha approvato a maggioranza (121 favorevoli, 98 contrari) l’emendamento con cui il deputato leghista Francesco Bruzzone intende abolire il divieto di caccia in prossimità dei valichi montani interessati dalle rotte migratorie.

Una volta completato il percorso parlamentare, l’articolo 14 della legge 157/92 disporrà che soltanto per alcuni valichi montani, quelli «attraversati in misura rilevante dalle rotte di migrazione dell’avifauna e che, per la loro conformazione orografica, [si caratterizzano] per un significativo dislivello tra il punto di valico, ad almeno mille metri di quota, e i due contrafforti montuosi vicini, [e dunque comportano] un apprezzabile restringimento lungo un passaggio obbligato», scattino delle restrizioni, declinate non in un generico divieto di caccia, ma nell’istituzione di Zone di protezione speciale; resta identico il raggio, un chilometro.

In attesa del decreto con cui i ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura individueranno i valichi interessati (avranno tempo tre mesi dal giorno in cui la legge entrerà in vigore), la situazione tornerà quella della stagione venatoria 2023/2024; salterà dunque il divieto in prossimità dei 475 valichi montani identificati dal Tar della Lombardia e confermati dal Consiglio di Stato.

Contrarie in blocco le opposizioni

Le opposizioni hanno votate compatte contro l’emendamento. Ha votato contro il Partito democratico (Gian Antonio Girelli ha detto che «del merito, del contenuto, della legittimità e del tasso di civiltà» della riforma della legge 157/92 si parlerà una volta che sarà iniziata la discussione); ha votato contro l’Alleanza Verdi-Sinistra (descrivendone la mossa come «insopportabile» e «insostenibile», Luana Zanella ha riconosciuto a Bruzzone «l’insistenza nell’utilizzare progetti di legge, disegni di legge e tutti gli strumenti a disposizione per dare ragione a una parte piccolissima della popolazione, ma fortissima dal punto di vista lobbistico»).

Ovviamente ha votato contro il Movimento 5 Stelle: Susanna Cherchi, che ha chiarito di avercela non con Bruzzone ma «in generale con i cacciatori», ritiene che ci sia «quasi un demone» a ispirare la maggioranza, la cui proposta di riforma della 157/92 «è il manifesto del far west venatorio» e «un attacco frontale alla biodiversità», e che con quest’emendamento «si trasformino i corridoi ecologici in campi da tiro».

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