Patrizia Prestipino ed Eleonora Evi, deputate del Partito democratico, contestano le proposte della maggioranza sull’abolizione del divieto di caccia in prossimità dei valichi montani interessati dalle rotte migratorie.
Definiscono «una guerra» agli uccelli migratori che sorvolano l’Italia quella intrapresa dalla maggioranza e dal governo: Patrizia Prestipino ed Eleonora Evi, deputate del Partito democratico, sono nette nell’opporsi ai due emendamenti (a quello contenuto nella riforma organica della 157/92 proposta dai capigruppo se n’è aggiunto un altro, primo firmatario il leghista Francesco Bruzzone, durante la discussione del ddl montagna) sull’abolizione del divieto di caccia in prossimità dei valichi montani; il centrodestra intende sostituirlo con l’istituzione di Zone di protezione speciale, e soltanto in alcuni contesti geografici particolari.
Per Prestipino ed Evi «è inaccettabile» aggirare l’ordinanza del Consiglio di Stato, che ha confermato la legittimità della sentenza del Tar della Lombardia: i danni da fauna addotti dal governo come motivazione per abolire il divieto «sono solo un pretesto per la mattanza dei migratori».
«È palese» si legge nella nota congiunta «l’intento strumentale del governo», che usa i problemi dell’agricoltura «al solo fine di ampliare la quantità (!) e i tempi di caccia, in contrasto con le normative europee, la scienza, e il pensiero e i diritti dei cittadini sulla tutela degli animali selvatici».
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