Caccia Magazine n.12 dicembre 2022: l’editoriale del direttore

Caccia Magazine n.12 dicembre 2022: un anno con voi

Caccia Magazine n.12 dicembre 2022: l’editoriale – Il tempo passa in fretta quando ci si diverte. Questo è quello che sostengono alcuni. Però, devo ammettere che il primo anno passato a Caccia Magazine è decisamente volato via; e questa sensazione è maturata anche grazie a voi lettori che continuate a seguirci con passione e con quello spirito critico fondamentale ad alimentare il costante lavoro che la redazione ogni giorno svolge per rendere sempre più interessante la rivista. Oddio, non che ci sia stato troppo tempo per divertirsi; ma l’esperienza che ho maturato in questa nuova avventura è stata appagante.

E siamo soltanto all’inizio. Da fare ce n’è tanto e ogni mese; non appena abbiamo chiuso un numero della rivista ci mettiamo subito al lavoro per capire dove sia necessario intervenire per migliorare. Una delle idee sulla quale abbiamo iniziato a lavorare prima dell’estate la vedrete sul prossimo numero, quello con il quale inaugureremo il nuovo anno. Non posso anticiparvi granché, perché nonostante tutto stiamo ancora definendo alcuni particolari che per noi dettagli non sono. Ma il nuovo Caccia magazine avrà una nuova grafica; vorremmo infatti che la qualità dei contenuti e le foto fossero ancora più apprezzate dai nostri lettori.

La voglia di normalità

Abbiamo iniziato il 2022 ancora condizionati dall’allarme pandemia, con la più importante fiera italiana dedicata alle armi sportive e alla caccia posticipata di tre mesi e nonostante il rinvio per molte settimane con il rischio concreto che fosse definitivamente annullata. Poi siamo andati all’Iwa di Norimberga e, francamente, i vuoti nei grandi padiglioni non lasciavano presagire nulla di buono. Ma con l’arrivo della primavera abbiamo ricominciato a respirare un’aria decisamente più frizzante: Eos di Verona ha potuto festeggiare con un buon successo di pubblico la sua prima edizione; e un paio di settimane dopo Caccia Village a Bastia umbra ha fatto segnare un’affluenza record, innegabile segno che il mondo della caccia si stava preparando a una nuova stagione venatoria all’insegna dell’entusiasmo e della voglia di normalità dopo due anni orrendi.

Era tanta infatti la voglia dei cacciatori di tornare a immergersi nella natura e condividere con l’ambiente una passione che non si piega facilmente di fronte alle avversità. E in questa stagione si sono concretizzate anche con aumenti di prezzi che hanno inevitabilmente toccato anche le tasche di chi va caccia. Magari c’è chi ha prestato un po’ più attenzione all’approvvigionamento di cartucce o rimandato l’acquisto del nuovo fucile; qualcuno ha fatto qualche uscita in meno e tagliato su qualche trasferta, ma la caccia non si è di certo fermata.

Prospettive interessanti

Tutto sommato, la stagione ha tenuto bene anche sul fronte dei calendari venatori, soprattutto in quelle realtà in cui le Regioni hanno svolto con tempismo e oculatezza il lavoro che la legge nazionale affida loro per la stesura dello strumento fondamentale per il regolare svolgimento dell’attività venatoria. Non sono mancati i soliti attacchi delle più radicali associazioni animaliste e ambientaliste, ma tutto sommato il sistema ha superato anche queste trappole.

Su questo versante, vediamo se qualche cosa potrà cambiare in un futuro che speriamo sia prossimo. Il cambiamento a cui mi riferisco dovrebbe arrivare, una volta tanto, dall’alto. Sono infatti piuttosto curioso di vedere all’opera il nuovo ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, il quale ha deciso di debuttare nel suo nuovo incarico in maniera piuttosto insolita, perché assai impopolare. Tra i primissimi temi toccati pubblicamente c’è infatti stata proprio la caccia. Il neoministro non ha esitato a rendere pubblico che la caccia è «un’attività nobile alla quale da sempre la mia famiglia è legata, che ha visto mio nonno e mio padre cacciatori veri». In maniera ironica, poi, lo stesso Lollobrigida si è autodefinito «un pagatore di licenza, uno di quelli che contribuiscono alla gestione del sistema, all’implementazione del ripopolamento faunistico».

Se da una parte accogliamo con entusiasmo il suo endorsment a favore della caccia, dall’altra lo attendiamo al varco. Le sue dichiarazioni sulla possibilità di prevedere abbattimenti di lupi per ridurre i danni provocati alla zootecnia potrebbero trasformarsi in realtà soltanto a fronte di una modifica della normativa vigente; percorso che da anni in molti invocano come necessario, ma nessuno intraprende.