Browning Maral 4X Hunter .30-06 Spring.: il test a caccia

Browning Maral 4X Hunter calibro .30-06 Springfield test a caccia di capriolo
© Marco Caimi / Caccia Magazine

È rapida nella ripetizione del colpo: la straight-pull a chiusura assistita Browning Maral, più performante e customizzabile nella nuova versione 4X, può essere una preziosa alleata non soltanto nelle cacce collettive, ma anche nella selezione. Ecco il test in occasione di una cacciata di fine estate, alla ricerca di un maschio di capriolo.

browning maral 4x hunter
La Maral 4X Hunter è caratterizzata dalla carcassa in lega leggera anodizzata nera, priva di incisioni. Il design della carcassa è stato aggiornato con forme arrotondate e più moderne • © Marco Caimi / Caccia Magazine

Sono riuscito a mettere le mani su uno dei primi esemplari della Maral 4X, l’ultimo aggiornamento della carabina Browning a riarmo lineare, arrivati in Italia; è declinata nel più semplice allestimento Hunter, .30-06 Springfield il calibro.

L’oscurità avvolge ancora completamente il paesaggio intorno a noi quando iniziamo a percepire i primi suoni della natura che si risveglia. Il rumore di un animale che si alza a poche decine di metri da noi, i suoi passi veloci; poi l’abbaio inconfondibile di un maschio di capriolo messo in allarme dalla nostra presenza.

Poi silenzio, interrotto soltanto dal canto di qualche merlo e da un leggero calpestio sulle foglie secche nel bosco alle nostre spalle. Chissà, forse qualche altro capriolo che si aggira circospetto per comprendere meglio la situazione.

Il cielo stellato sopra le nostre teste preannuncia una giornata serena, ma l’alba tarda ancora ad arrivare e attraverso il binocolo non si vede nulla. Siamo seduti sugli zaini nell’erba alta, immobili e in silenzio; di fronte a noi si apre una valle piuttosto ampia circondata da una macchia, dove la visibilità dovrebbe essere di quattro o cinquecento metri.

browning maral 4x hunter

 

Alla ricerca di un capriolo maschio

calciatura browning maral 4x hunter
Il calcio dell’esemplare in prova è in noce di grado due, con calcio dritto a pistola; è possibile optare anche per quello in stile bavarese o per un legno di grado superiore • © Marco Caimi / Caccia Magazine

Con me ci sono Matteo, amico e da sempre mio mentore nella caccia al capriolo, e Federica, la mia fidanzata, che ha accettato la sveglia alle 2.30 del mattino per accompagnarmi e passare una mattinata all’aria aperta. Come ormai accade sempre più di frequente, lavoro e viaggi non mi lasciano molto tempo per le uscite estive in Appennino per il prelievo del capriolo maschio, ragion per cui la fascetta resta nello zaino quasi fino all’ultimo momento. È settembre inoltrato ed è la mia prima uscita, in una parcella in cui non sono mai stato e che anche Matteo conosce poco.

Aspettiamo con l’ansia le prime luci soprattutto per capire se siamo nel posto giusto, oppure se i caprioli siano altrove e occorra cambiare rapidamente la nostra strategia.

Browning Maral 4X Hunter calibro .30-06 Springfield: la prova in poligono

Come sempre, prima dell’uscita a caccia ho trascorso un pomeriggio sulle linee di tiro del Tsn di Pavia per selezionare la cartuccia più performante e per l’azzeramento. Dopo diverse prove, la mia scelta è caduta sulle Rws con palla Speed tip pro di 165 grani, caratterizzata da una porzione anteriore a espansione controllata e da un nucleo posteriore solido, che garantiscono al contempo ottimo affungamento a tutte le distanze ed elevata penetrazione.

Alla distanza di 100 metri, con le Rws Speed tip pro di 265 grani sono infatti riuscito a ottenere una rosata di quattro colpi nel diametro di 24 millimetri; a 200 metri la distanza tra i centri dei due fori più lontani è risultata pari a 40 millimetri.

Conosco bene la Browning Bar 4X, la semiautomatica che ho avuto modo di provare più volte a caccia e al poligono; la Maral 4X ne prende in prestito parecchie soluzioni tecniche, a partire dal design, modificando il sistema di funzionamento. La chiusura assistita dell’otturatore, comunque, richiede al cacciatore di tirare solamente il manubrio all’indietro; mentre una molla provvede al rientro in batteria, rendendo la ripetizione del colpo estremamente rapida.

Vecchie sicurezze e novità

Dal punto di vista meccanico, la versione 4X non aggiunge molto alla Maral: Browning ha mantenuto il sistema di funzionamento a riarmo lineare con molla che riporta automaticamente l’otturatore in batteria. L’otturatore resta il medesimo, inserito all’interno della carcassa in lega leggera di tipo chiuso; la chiusura è garantita dalla testina rotante con sette tenoni su tre ordini, la medesima utilizzata sulla storica semiautomatica Bar.

Browning tuttavia ha lavorato sull’accoppiamento tra canna e carcassa, ampliando le superfici di contatto e irrobustendo la struttura complessiva della carabina, aumentando la rigidità a tutto vantaggio della precisione intrinseca dell’arma. Il risultato è una carabina mediamente più precisa e più solida, anche grazie agli spessori maggiori nei punti di giunzione tra carcassa e calciatura in legno.

Tra le caratteristiche introdotte dalla nuova gamma 4X c’è anche l’hand-cocking di serie, vale a dire il sistema che consente di agire direttamente sulla molla del cane, permettendo al cacciatore di portare la carabina in assoluta sicurezza anche con il colpo in canna.

Il sistema si basa su un cursore posizionato sul dorso della carcassa, azionabile con il pollice della mano forte: quando viene spinto in avanti carica la molla del cane. Quando il cursore si trova in posizione arretrata, la molla del cane è in posizione di riposo; e quindi lo sparo è tecnicamente impossibile anche in caso di urto o caduta. Inoltre, per agevolare l’utilizzo il cursore è stato allargato e la sua corsa è stata ridotta, rendendo l’azionamento più morbido e istintivo.

Il feeling con la Browning Maral 4X Hunter è buono e lo scatto netto e preciso, di peso corretto per un impiego a caccia. Completato l’azzeramento a 200 metri, la carabina è pronta per affrontare il terreno di caccia.

Browning Maral 4X Hunter: la gallery fotografica

Un inizio lento

Quando la visibilità inizia ad aumentare, cominciamo a sbinocolare scandagliando tutto il terreno davanti a noi, alla ricerca di una sagoma scura, di un’ombra, di un movimento che possa far presagire la presenza di un capriolo. La luce aumenta sempre di più, ma di caprioli non c’è ancora traccia. Mi alzo in piedi per guardare meglio sopra l’erba alta, sulla nostra destra, e all’improvviso una sagoma scura attira la mia attenzione.

È ancora buio, ma la forma è chiaramente quella di un capriolo che sta pascolando, di profilo. Lo indico a Matteo che conferma il mio sospetto; tuttavia è ancora impossibile determinare se possa trattarsi di un maschio o di una femmina. I minuti scorrono lenti, ma a mano a mano che la luce aumenta ci rendiamo conto della morfologia del terreno di fronte a noi: è un continuo susseguirsi di colline e dossi, con diversi punti ciechi in cui i caprioli potrebbero facilmente celarsi alla nostra vista.

Teniamo d’occhio il capriolo sulla nostra destra: si avvicina lentamente con lunghe pause per mangiare. Ma prima che sia possibile capire se sia una femmina o un maschio scompare dietro a uno dei dossi sul terreno.

Il sole ormai è alto e davanti a noi non si vede nemmeno un animale. È evidente che la posizione che abbiamo scelto non è la più idonea, abbiamo troppi punti ciechi e la visuale non è buona come avevamo pensato. Mentre ci stiamo confrontando sul da farsi, la nostra attenzione è catturata da un movimento sulla destra. Il capriolo che abbiamo a lungo osservato ha proseguito il suo cammino nella nostra direzione e ha appena scollinato, sbucando fuori come dal nulla a un centinaio di metri da noi.

Cambio di programma

La mano corre istintivamente alla Maral 4X e il pollice cerca il cursore dell’hand-cocking per armarla, ma mi fermo subito: non serve il binocolo a questa distanza per comprendere che si tratta di una femmina, probabilmente di una sottile, a giudicare dalla taglia e dal fatto che non è seguita da un piccolo. La femmina ci individua nell’erba alta, si blocca a guardarci e poi fugge nella direzione dalla quale è arrivata.

L’incontro con la femmina è l’ennesima conferma del fatto che dobbiamo assolutamente spostarci. È arrivata a un centinaio di metri da noi restando coperta dai dossi e dalle collinette formate dal terreno; quindi potrebbero esserci altri caprioli più vicini di quanto pensiamo. Dobbiamo cambiare angolazione per avere una visuale chiara di quello che abbiamo di fronte, ma dobbiamo farlo senza rischiare di mettere in fuga tutti gli animali della vallata.

Decidiamo di ripercorrere i nostri passi verso la strada sterrata alle nostre spalle, per camminare coperti da una linea di alberi e osservare la vallata da diverse angolazioni. Zaino in spalla e carabina portata alla slovena, risaliamo e raggiungiamo il riparo degli alberi.

Incontro

Camminiamo una cinquantina di metri verso destra e ci affacciamo nuovamente sulla vallata. Sul fondo ci sono tre caprioli che si defilano verso sinistra, nascosti da una fascia di bosco, prima che sia possibile osservarli con più attenzione, mentre un maschio adulto cammina lentamente sul margine del bosco poco più a monte.

Telemetro 450 metri, decisamente troppi anche solo per poter pensare di azzardare un tiro, per di più su un animale in movimento. Restiamo fermi per un po’ e osserviamo il maschio che prosegue nel suo percorso verso la nostra sinistra, con tutta tranquillità, diretto verso un prato nascosto da una linea di alberi.

Il trofeo sembra promettente e si tratta certamente di un soggetto adulto; quindi senza altri maschi in vista, decidiamo di tentare un avvicinamento. L’idea è scendere sfruttando proprio i dossi che ci hanno giocato un brutto scherzo all’inizio per avvicinarci, tagliando la vallata in diagonale e sbucando fuori proprio sul margine del prato verso cui è diretto il capriolo. In fila indiana e con grande cautela, iniziamo quindi a scendere verso il fondo della valle.

Primo tentativo

marco caimi a caccia con la browning maral 4x
© Marco Caimi / Caccia Magazine

Dopo aver camminato per qualche centinaio di metri, mi accorgo che in realtà l’erba alta che abbiamo avuto di fronte per tutta la mattina nasconde un calanco molto più profondo del previsto. Ne intuisco la profondità anche se intravedo soltanto il margine della depressione del terreno, mentre percepisco sul viso l’aria fredda e umida che proviene dal fondo, dove ancora non sono arrivati i raggi del sole.

Avanzo con maggior cautela, facendo attenzione a captare anche il minimo movimento e cercando di non fare rumore. Fortunatamente una leggera brezza spira dritta sulle nostre facce, quindi gli animali non dovrebbero avvertire il nostro odore.

Appena ci affacciamo sul bordo del calanco, vedo distintamente un capriolo che risale dal fondo sul lato opposto. Non occorre il binocolo per capire che si tratta di un maschio: a meno di cento metri di distanza il trofeo appare alto e piuttosto imponente.

È un soggetto adulto e cammina lentamente, ancora ignaro della nostra presenza. Scambio un’occhiata con Matteo e, senza fiatare, mi siedo a terra e sistemo lo zaino tra le mie ginocchia, posizionando la Maral sulla sommità.

Con il pollice aziono la leva dell’hand-cocking, che sulla versione 4X ha larghezza maggiore e corsa più breve, più facile da armare. Seguo il capriolo attraverso l’ottica Kite K6 2-12×50, mentre si sposta sulla nostra destra compiendo un arco. All’improvviso il nostro odore arriva alle sue narici e si blocca con gli occhi puntati nella nostra direzione.

Senza pensare, posiziono il reticolo dietro la spalla e lascio partire il colpo. Il capriolo si volta e parte di corsa ritornando sui suoi passi. Corre bene, quindi non posso aver colpito le zampe, ma sembra leggermente schiacciato a terra. «Lo hai toccato alto sulla groppa» bisbiglia Matteo.

Un trofeo notevole

Non ho avuto il tempo di telemetrare; ma, pensandoci, la distanza non deve essere stata superiore agli 80 metri: con la carabina azzerata a 200 avrei dovuto compensare di più, mirando alla parte bassa del torace. Mentre questi pensieri attraversano la mia mente in una frazione di secondo, ho già ricaricato la carabina con un semplice arretramento del manubrio, pur consapevole che sarà ben difficile che un capriolo ferito si fermi consentendomi un secondo colpo.

Contro ogni pronostico però il capriolo si ferma come ipnotizzato al primo fischio di Matteo, nella stessa esatta posizione in cui lo avevamo visto la prima volta, dritto di fronte a me e mostrando il fianco destro a cartolina. Miro alla base del torace, lascio partire il colpo e il capriolo crolla a terra fulminato.

Mentre scendiamo per il pendio per raggiungere il capriolo sull’altro lato, ripercorro nella mente l’azione di caccia. Il primo colpo mi era sembrato buono, per nulla strappato, quindi a ingannarmi deve essere stata certamente la distanza. Raggiunta la carcassa del capriolo, telemetro il punto in cui ho lasciato lo zaino, dal quale ho sparato: soltanto 80 metri, quindi la distanza del primo tiro doveva essere anche inferiore.

Il capriolo è un maschio dal trofeo notevole, con sei punte, stanghe alte e simmetriche, rose larghe, buona perlatura e apertura importante. Il primo colpo ha toccato di striscio la groppa, lasciando un taglio superficiale, mentre il secondo è andato a segno nella parte alta del torace e la palla di 165 grani ha troncato di netto la spina dorsale, provocando una morte immediata.

Ripetizione rapidissima

Come sempre, portare il capriolo all’auto non è semplice come può sembrare: dobbiamo portare la carcassa giù per il calanco e poi su per l’altro lato, risalendo la collina fino a raggiungere la strada sterrata. Quando raggiungiamo il fuoristrada il sole è già alto e noi siamo stanchi e accaldati, ma soddisfatti per la buona riuscita della caccia.

Siamo riusciti a rimediare rapidamente a un errore che poteva costare caro, e siamo riusciti a evitare all’animale sofferenza inutili. La Maral si è dimostrata un’affidabile compagna di caccia, precisa e leggera da portare; ma soprattutto, neanche a farlo apposta, è stata proprio la velocità di ripetizione del colpo, sua principale caratteristica distintiva, a salvare la situazione.

Browning Maral 4x Hunter: la scheda tecnica

  • Produttore: Browning, Herstal (Belgio)
  • Distributore: Bwmi, via De Gasperi 39, 25060, Collebeato (Bs)
  • Modello: Maral 4X Hunter
  • Calibro: .30-06 Springfield (anche .308 Winchester, .300 Winchester magnum e 9,3×62)
  • Funzionamento: a riarmo lineare con molla di richiamo dell’otturatore
  • Chiusura: testina rotante con sette tenoni su tre ordini
  • Espulsione: pistoncino caricato a molla sulla faccia dell’otturatore
  • Estrattore: a ghigliottina
  • Alimentazione: caricatore bifilare amovibile
  • Numero colpi: 4+1 (3+1 magnum)
  • Canna: lunga 530 mm (21 pollici), profilo da caccia con volata di 17 mm filettata, passo 1:12”
  • Lunghezza totale: 1.070 mm
  • Scatto: diretto monostadio, con peso rilevato di 1.300 grammi; sicura a cursore tipo hand-cocking
  • Mire: slitta Nomad a sgancio rapido per l’installazione del cannocchiale
  • Materiali: canna in acciaio al carbonio; carcassa in lega leggera, caricatore polimerico e calciatura in noce di grado 2
  • Finiture: brunitura nera opaca
  • Peso rilevato: 4.000 g (cannocchiale e attacchi inclusi)
  • Prezzo: da 2.293 euro

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