Nuovo regolamento europeo per l’esportazione di armi da caccia all’estero

Nuovo regolamento europeo per l’esportazione di armi da caccia all’estero: ranger e cacciatori di spalle, caccia in africa
© Katja Tsvetkova / shutterstock

Comincerà a essere applicato tra quarantotto mesi: da allora il nuovo regolamento europeo prevedrà alcuni obblighi per l’esportazione di armi da caccia all’estero, al di fuori del territorio comunitario.

Rimarranno esentati dall’obbligo di richiedere l’autorizzazione all’esportazione, ma una volta che il Consiglio europeo l’avrà approvato definitivamente (a metà settimana è arrivato il voto finale del parlamento) e che saranno trascorsi i quattro anni necessari per renderne concretamente possibile l’applicazione il nuovo regolamento imporrà comunque alcuni obblighi ai cacciatori che vorranno andare a caccia all’estero, ovviamente fuori dal territorio comunitario, con le proprie armi.

Almeno dieci giorni prima di uscire dall’Unione europea, costoro (e allo stesso modo i tiratori sportivi e coloro che partecipano alle rievocazioni storiche) dovranno infatti accedere al nuovo sistema elettronico per il rilascio delle licenze, e comunicare sia i motivi del viaggio (è richiesta la «presentazione di un invito o altra prova delle attività di caccia, rievocazione storica o tiro sportivo»), sia gli estremi della carta europea delle armi da fuoco prevista dalla direttiva comunitaria, sia le armi trasportate. In caso di viaggio in aereo, la carta europea dovrà essere presentata all’autorità del Paese da cui si lascerà il territorio comunitario.

Se riterrà le motivazioni non adeguate, lo Stato potrà sospendere la procedura d’esportazione per dieci giorni, che potranno salire a trenta in presenza «di motivi debitamente giustificati». L’Unione europea ha fissato rispettivamente a 800 e 1.200 il numero massimo di munizioni esportabili da cacciatori e tiratori sportivi.

Lo si sa bene sin dalla lunga discussione sul divieto d’impiegare le munizioni in piombo nelle zone umide (non a caso contro l’Italia è partita una procedura d’infrazione): a differenza delle direttive, che per entrare nell’ordinamento statale devono passare da parlamenti e governi nazionali, i regolamenti europei s’applicano automaticamente.

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