Peste suina africana in Liguria: l’ordinanza

Peste suina africana in Liguria: branco di cinghiali
© Gonzalo Ocampos Lopez / shutterstock

Con l’ordinanza 4/2022 Giovanni Toti, presidente della giunta regionale, stabilisce alcune misure per circoscrivere la diffusione della peste suina africana in Liguria.

Il Cras potrà recuperare gli animali selvatici provenienti dalla zona infetta da peste suina africana soltanto previa autorizzazione del servizio veterinario dell’Asl. È uno dei punti centrali dell’ordinanza 4/2022 con cui Giovanni Toti, presidente della Liguria, chiarisce l’impatto di alcune restrizioni imposte dal governo. In accordo con il Nucleo di vigilanza faunistico-ambientale cui è consentito autorizzare anche altre figure, il personale degli Atc potrà percorrere la zona infetta per monitorarla; qualsiasi carcassa dovrà essere segnalata alla Asl competente territorialmente, e la rimozione sarà consentita soltanto al personale autorizzato. È inoltre disposto il controllo virologico di tutti i suidi detenuti morti e dei casi sospetti.

Oltre che dei suidi presenti negli allevamenti familiari, bradi, semibradi e misti, nella zona infetta bisogna procedere all’abbattimento immediato dei cinghiali presenti nei campi addestramento cani; gli allevamenti commerciali hanno invece trenta giorni di tempo per programmare la macellazione. È inoltre vietato movimentare i cinghiali catturati nelle aree protette e lasciare in libertà cani e animali domestici; nei comuni confinanti con la zona infetta sono sospese sia la braccata sia la caccia in forma vagante col cane. La giunta stabilisce infine che l’unità di crisi sia integrata da rappresentanti dell’assessorato all’Agricoltura, dell’Anci Liguria, degli Atc liguri e delle associazioni venatorie, escursionistiche e outdoor.

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