Non adeguato il recepimento della direttiva Armi: la Commissione europea ha avviato un’altra procedura d’infrazione contro l’Italia.
Stavolta la caccia non è l’argomento chiave come nel caso delle munizioni in piombo, dei calendari venatori, del contrasto al bracconaggio e del recupero delle carcasse con l’elicottero, ma in qualche modo legata c’è lo stesso: riguarda le armi, infatti, l’ultima procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea contro l’Italia.
Inviata anche al governo finlandese, che con quello italiano condivide l’estrazione politica di centrodestra, la lettera di costituzione in mora ha come oggetto il recepimento della direttiva Armi, che la Commissione europea ritiene non adeguato.
Da questo momento l’Italia e la Finlandia hanno a disposizione due mesi «per rispondere e rimediare alle carenze»; se non riterrà soddisfacente la risposta, la Commissione potrà emettere un parere motivato col quale contesterà l’inosservanza degli obblighi e intimerà ai governi di rimediare.
La normativa comunitaria prevede poi un passaggio alla Corte di giustizia dell’Unione europea, che alle nazioni inadempienti può comminare una sanzione economica composta di due voci: una penalità di mora giornaliera (per l’Italia minimo 8.505,11 euro); e una somma forfettaria (per l’Italia minimo 7.038.000 euro). In ogni caso i parlamenti e i governi nazionali restano sovrani: nessuna delle istituzioni europee può intervenire direttamente per modificare la legislazione nazionale.
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