Respinto il ricorso sul calendario venatorio dell’Umbria

Respinto il ricorso sul calendario venatorio dell’Umbria: beccaccia in ambiente naturale, tra le foglie
© Greens and Blues / shutterstock

La delibera era ben argomentata, il ricorso no: il Tar lascia intatto il calendario venatorio dell’Umbria.

La stagione di caccia alla beccaccia, ai turdidi e agli uccelli acquatici può restare aperta fino al 30 gennaio (il 31 è martedì, giorno di silenzio venatorio): il Tar (sentenza 8/2023) ha infatti respinto il ricorso di Wwf, Lipu, Legambiente, Lav, Lac ed Enpa sul calendario venatorio dell’Umbria. Se fosse stato accolto, la stagione sarebbe finita immediatamente; si chiedeva infatti un cospicuo anticipo della chiusura (31 dicembre per i turdidi, 10 gennaio per beccaccia e acquatici).

Ma per il Tar la Regione ha motivato a sufficienza la propria decisione di discostarsi dal parere dell’Ispra, che suggeriva di chiudere il 10 gennaio la caccia ai turdidi e il 20 la caccia agli acquatici; la delibera «è adeguatamente supportata da dati scientifici» che fissano tra l’ultima decade di gennaio e la prima di febbraio l’inizio della migrazione prenuziale di cesena, tordo bottaccio e tordo sassello e non prima di febbraio quella dell’alzavola, eventuale traino per la chiusura anticipata della caccia a tutti gli uccelli acquatici.

Argomentazioni adeguate

Il Tar considera inoltre adeguati gli «ampi riferimenti scientifici e gli studi effettuati in anni recenti sulla migrazione della beccaccia in diverse regioni italiane». A rendere solido il calendario contribuisce inoltre il protocollo che impone una serie di limitazioni nel mese di gennaio; sono peraltro amplificate in caso di gelo, «per compensare la maggiore vulnerabilità» della specie.

A fronte di un calendario ben motivato, le associazioni ambientaliste avrebbero dovuto contestare dettagliatamente ogni singola argomentazione. Le loro censure sono invece troppo generiche; e dunque «l’onere non può dirsi sufficientemente assolto con il solo richiamo alle decadi della migrazione prenuziale indicate nei key concept». La Regione ha infatti reso solida la propria delibera «sia con pubblicazioni scientifiche riconosciute sia con dati e risultati di monitoraggi sufficientemente aggiornati e accreditati presso la comunità scientifica».

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