Alessandro Caramiello, deputato del Movimento 5 Stelle, ha firmato un disegno di legge con cui intende promuovere l’abolizione dell’articolo 842 del codice civile, quello che ai cacciatori consente l’accesso ai fondi privati.
Il Movimento 5 Stelle ha risposto rapidamente all’appello di Luana Zanella, la capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera: insieme a Susanna Cherchi e all’ex ministro Sergio Costa, Alessandro Caramiello (negli scorsi giorni ha discusso su Facebook col ministro Francesco Lollobrigida, contestandogli una serie di possibili passaggi della riforma della legge sulla caccia cui sta lavorando il governo Meloni) ha presentato un ddl che promuove l’abolizione dell’articolo 842 del codice civile, quello che ai cacciatori consente l’accesso ai fondi privati, dunque il fondamento della caccia sociale in Italia.
Poco più che simbolica (anche se frange di Forza Italia hanno sensibilità meno venatorie, la maggioranza di centrodestra è contraria e compatta), al Movimento 5 Stelle l’iniziativa serve per due ragioni: occupare il bacino elettorale degli animalisti; e mettere in difficoltà il Partito democratico, rivale per il primato tra le forze d’opposizione (l’autunno 2027, le elezioni politiche in allegato, non è poi così lontano) e costretto a conciliare anime diverse.
Neppure dopo la dura presa di posizione d’Eleonora Evi, che di Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra è un’ex, la segretaria Elly Schlein s’è sentita in dovere di chiarire quale sia la posizione ufficiale del Pd sulla caccia e sull’esigenza di una riforma che non può certo passare dal divieto di accedere ai fondi privati.
L’articolo 842 del codice civile
«Il proprietario di un fondo non può impedire che ci si entri per l’esercizio della caccia», a meno che «il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge sulla caccia o ci siano colture in atto suscettibili di danno. Egli può sempre opporsi a chi non è munito della licenza rilasciata dall’autorità».
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