Intervenendo nella discussione sulla riforma della 157/92 Eleonora Evi, deputata del Partito democratico, definisce «grottesca, fuorviante e malsana» l’idea che la caccia contribuisca alla tutela della biodiversità.
Si sa che del Partito democratico Eleonora Evi (d’altra parte ha una storia politica chiara: proviene dal Movimento 5 Stelle e da Alleanza Verdi-Sinistra, le due forze politiche che nell’ultimo programma elettorale puntavano direttamente all’abolizione della caccia) rappresenta l’anima meno dialogante col mondo venatorio; dunque forse non si dovrebbe restare più di tanto sorpresi dai toni della sua critica alla bozza con cui il governo Meloni intende procedere alla riforma della legge sulla caccia.
Eppure, dopo tante discussioni e tanti sforzi comunicativi (evidentemente non bastano mai), fa effetto che una deputata sostenga che «è semplicemente grottesca, fuorviante e malsana l’idea che la caccia si possa anche solo lontanamente considerare una pratica che contribuisce alla tutela della biodiversità».
Per Evi è inaccettabile («l’ennesima vergogna») che con questo disegno di legge il governo Meloni, «con la sua furia ideologica e di propaganda, si accanisca contro gli animali, regalando la natura ai cacciatori». Addirittura «la deregulation selvaggia sui richiami vivi» (si ipotizza di abolire i limiti di possesso in caso provengano da allevamento) provocherà «grande soddisfazione [ai] bracconieri».
Dando seguito all’appello di Luana Zanella (Avs), che negli scorsi giorni ha chiesto alle opposizioni di fare blocco e di rilanciare puntando all’abolizione dell’articolo 842 del codice civile (è quello che consente l’accesso ai fondi privati), Evi annuncia che «il Pd non starà a guardare: quest’attacco brutale e vergognoso va fermato».
Qual è la posizione del Partito democratico?
Dunque è questa la linea del Partito democratico, che negli ultimi mesi sembrava aver adottato posizioni ben più equilibrate? Per chi sta all’opposizione combattere un provvedimento del governo è doveroso; ingeneroso però considerare «grottesca, fuorviante e malsana» l’idea che esista un legame tra caccia e biodiversità.
Che ne pensa la segretaria Elly Schlein, che sul tema non ha mai speso mezza parola? A quale bacino elettorale punta? Agli animalisti, da contendere a 5 Stelle e Verdi-Sinistra? Ai cacciatori che non si riconoscono nel centrodestra (ce ne sono in abbondanza, soprattutto nell’Italia centrale)? O a entrambi, una delle due sole ragioni possibili (l’altra è il disinteresse per l’argomento: ci sta, ma non sarebbe granché) per non prendere una posizione pubblica e definire ufficialmente la linea del partito al di là della battaglia parlamentare?
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