La cabina di regia del mondo venatorio (Federcaccia, Enalcaccia, Arcicaccia, Libera Caccia, Anuu migratoristi, Italcaccia e Cncn) si dice convinta che solo col confronto, e dunque senza i vincoli delle ideologie, si possa ottenere una buona riforma della legge sulla caccia.
Perché la riforma della legge sulla caccia vada a buon fine e risulti efficace è necessario abbandonare le ideologie, e tra il parlamento, il governo e «le diverse componenti del mondo venatorio, ambientalista, scientifico, agricolo e accademico» instaurare «un confronto aperto, trasparente e libero da preconcetti, basato su evidenze scientifiche»: solo così, sostengono Federcaccia, Enalcaccia, Arcicaccia, Libera Caccia, Anuu migratoristi, Italcaccia e Cncn dopo la riunione della cabina di regia, si può garantire una gestione chiara e responsabile del patrimonio naturale e faunistico d’Italia.
Per le associazioni venatorie le proteste degli animalisti e delle opposizioni sono «prive di fondamento», perché del testo della riforma non si conosce neppure la prima bozza; le prime reazioni «rischiano di compromettere il confronto costruttivo tra le parti istituzionali interessate e di ostacolare un percorso lineare di riforma necessario e lungamente atteso».
Chi ha cominciato a dare battaglia prima di conoscere i dettagli della proposta del governo ha un solo obiettivo, ossia «paralizzare da subito ogni riforma che possa finalmente ammodernare la disciplina dell’attività venatoria e adeguarla alle mutate esigenze ambientali e faunistiche contemperandole agli interessi della filiera agricola e di quella dell’indotto venatorio, del turismo, della salute e dell’incolumità pubblica, della tutela paesaggistica».
Ribadendo il proprio apprezzamento per il ministro Lollobrigida, che si è fatto carico «di una revisione organica non più differibile», e assicurando alle istituzioni sostegno e disponibilità al confronto, la cabina di regia ribadisce la distinzione tra caccia e bracconaggio, di recente troppo spesso accomunati: «la prima è una pratica legale, responsabile e sostenibile; il secondo è un atto illecito e dannoso, completamente estraneo ai valori e ai principi che ispirano la comunità dei cacciatori italiani».
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