Alessandro Caramiello, deputato del Movimento 5 Stelle, considera una sconfitta del ministro Lollobrigida la scelta d’affidare ai gruppi parlamentari la proposta di riforma della legge sulla caccia.
Nella scelta d’affidare ai gruppi parlamentari la proposta di riforma della legge sulla caccia Alessandro Caramiello, deputato del Movimento 5 Stelle in commissione Agricoltura, vede «una sconfitta politica» del ministro Lollobrigida, che s’era sempre presentato «come il paladino dei cacciatori e il protagonista di questa battaglia personalizzata».
Per Caramiello oltre che nella procedura le opposizioni hanno ottenuto «un primo risultato fondamentale» anche nei contenuti: rispetto alle anticipazioni che aveva fatto circolare Il Fatto Quotidiano, nel testo firmato da Malan, Romeo, Gasparri e Salvitti non ci sono la riapertura dei roccoli, l’ampliamento delle specie utilizzabili come richiami vivi (restano sette: allodola, cesena, colombaccio, merlo, pavoncella, tordo sassello, tordo bottaccio),«la caccia nelle aree protette e nelle riserve naturali anche durante i periodi di riproduzione e migrazione».
Per il Movimento 5 Stelle dunque si tratta di una prima vittoria, che però non può bastare: come Luana Zanella, capogruppo d’Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera, Caramiello chiede (in questo caso alle associazioni animaliste e ambientaliste più che alle opposizioni) di «unire le forze e combattere questa guerra (!) in difesa degli esser senzienti e contro la Lega e Fratelli d’Italia», che «per un mero [calcolo] elettorale vogliono far diventare il nostro Paese un far west per i 500.000 cacciatori rimasti». Il Movimento 5 Stelle assicura «che vigilerà e darà il massimo per affondare questo provvedimento ammazza-fauna».
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