Feligetti (palombe.it): la riforma della legge 157/92 è un attacco alla caccia sociale

Feligetti (palombe.it): la riforma della legge 157/92 è un attacco alla caccia sociale: colombaccio su ramo
© Antoni M Lubek / shutterstock

Per Vasco Feligetti, titolare del portale web palombe.it, la riforma della legge 157/92 proposta dai gruppi parlamentari del centrodestra mette a rischio la caccia sociale in Italia.

Gli interventi che riguardano «i cacciatori comuni» sono «solo un anestetico», un tentativo «di tacitare le voci critiche mentre si smantella l’idea stessa di caccia pubblica»: per Vasco Feligetti, titolare del portale web palombe.it (ha assunto un ruolo di rilevanza nazionale nel corso della discussione, peraltro non esaurita, sul piano di controllo del colombaccio in Emilia Romagna), la riforma della legge 157/92 imbastita dai partiti di maggioranza non migliorerà la caccia, ma «ridisegnerà profondamente gli equilibri tra agricoltori, cacciatori e istituzioni […] favorendo le grandi lobby agricole e svuotando la caccia popolare del suo valore sociale, culturale e territoriale».

Nell’articolato, infatti, Feligetti intravede un passaggio rischiosissimo: «con il pretesto dei danni agricoli si crea una filiera del contenimento remunerato», nella quale «gli agricoltori potranno autorizzare l’abbattimento illimitato di specie selvatiche senza più i limiti […] attuali»; attribuire al titolare del fondo «la proprietà della fauna invasiva» costituisce un «principio pericoloso», che «cancella il concetto di fauna come patrimonio indisponibile dello stato e apre alla sua mercificazione».

Verso la caccia privata

Rafforzato dall’eliminazione del divieto di lucro per le aziende faunistico-venatorie, per Feligetti l’esito è facilmente indovinabile: s’andrà verso «un mercato di concessioni, nel quale l’accesso all’attività venatoria dipenderà sempre più dalla capacità di pagare»; resteranno dunque esclusi «i cacciatori meno abbienti, i giovani e chi vive la caccia come parte integrante della propria identità culturale».

Di fatto, la proposta del centrodestra «non rafforza la caccia», ma «la trasforma in un’attività privata, nella quale il cacciatore non è più soggetto attivo della gestione faunistica, ma cliente di un sistema chiuso».

Feligetti si dice convinto che se il parlamento approverà la proposta della maggioranza finirà la caccia sociale «come l’abbiamo conosciuta» in Italia; e «chi l’ha amata, vissuta e tramandata capirà troppo tardi [che l’hanno tradito] non gli ambientalisti, ma coloro che avrebbero dovuto rappresentarlo»: le associazioni venatorie, è la chiusura, dovrebbero accorgersi dei pericoli, e disinnescarli in tempo.

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