Nel corso di un incontro con Alfonso Celotto (ha scritto Indissolubile, un romanzo dedicato alla riforma del diritto di famiglia e al divorzio), Massimo Buconi, presidente nazionale della Federcaccia, ha rimarcato quant’è difficile fare le leggi in Italia.
Indissolubile, il romanzo del professor Alfonso Celotto, è «un esempio perfetto da cui partire» per spiegare quanto in Italia sia difficile riformare le leggi su alcuni temi particolarmente sentiti: nel libro, che «ricostruisce in modo accurato e attento il clima sociale e politico della settimana decisiva per l’approvazione [di un provvedimento] rivoluzionario», è il divorzio; ora, nota Massimo Buconi, il presidente della nazionale della Federcaccia, rimarcando le analogie, è la caccia.
Nel corso dell’incontro con Celotto, ordinario di Diritto costituzionale all’Università Roma Tre, già capo dell’ufficio legislativo dei ministeri delle Politiche europee (con Bonino, 2006-2008), per la Semplificazione normativa (con Calderoli, 2008-2009) e dello Sviluppo economico (con Guidi, 2014) e capo di gabinetto dei ministeri della Coesione territoriale (con Barca e con Trigilia, 2011-2014) e della Salute (con Grillo, 2018), Buconi ha sottolineato che è bastato un annuncio per far partire una campagna che «anziché fare informazione crea suggestioni e [cerca] d’indirizzare l’opinione pubblica su posizioni contrarie, chiudendo di fatto qualsiasi possibilità di confronto e di dialogo». La Federcaccia invece «questo dialogo con la società ha tutta l’intenzione di mantenerlo aperto».
Una serie di analogie
Lo stesso Celotto ha evidenziato «analogie fra il tema della caccia e le vicende di mezzo secolo fa sul divorzio»; il più evidente è il fatto che chi si oppone alla riforma si richiama alla Costituzione, che però anche nella nuova formulazione dell’articolo 9 prevede che la tutela degli animali si debba bilanciare con esigenze diverse altrettanto garantite dalla legge.
Invitato da Lorenzo Bertacchi, già presidente della Federcaccia Lombardia, a esprimersi sull’istituto del referendum, Celotto ha ribadito che è necessario rivedere certi meccanismi, a partire dalla soglia di mezzo milione di sottoscrizioni: la possibilità di servirsi della firma digitale rende necessario un ritocco verso l’alto.
All’incontro ha partecipato anche Patrizio La Pietra, sottosegretario all’Agricoltura in quota Fratelli d’Italia, che ha chiarito pubblicamente che «mettere ordine e aggiornare [la legge 157/92] non significa stravolgere; ma ancora una volta una parte della società ha scelto di affrontare l’argomento in modo demagogico senza entrare nel merito della questione di ciò che è necessario fare. La caccia può piacere o non piacere; ma rimane uno strumento gestionale imprescindibile e irrinunciabile per la tutela dell’ambiente e della biodiversità».
Anche se il contesto è complesso, La Pietra ha assicurato che il governo andrà avanti (a vuoto però l’appuntamento di ieri): «all’interno del consiglio dei ministri non esiste nessuno dei dissidi che certi media vorrebbero invece evidenziare».
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