Consiglio di Stato respinge appello Libera Caccia su controllo del colombaccio in Emilia Romagna

Consiglio di Stato respinge appello Libera Caccia su controllo del colombaccio in Emilia Romagna
© Andy Jenner / shutterstock

Il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del Tar e respinto il ricorso della Libera Caccia contro il piano di controllo del colombaccio in Emilia Romagna.

Sconfitta anche nel secondo round, perché l’interesse alla tutela delle produzioni agricole è superiore a quello che desta «l’incremento venatorio come strumento di contenimento demografico della specie»: con questa motivazione il Consiglio di Stato (ordinanza 2213/25) ha respinto il ricorso cautelare della Libera Caccia, confermando quanto sul piano di controllo del colombaccio in Emilia Romagna aveva deciso già il Tar locale.

Nella motivazione emergono alcuni fatti significativi: il piano di controllo prevede «interventi puntuali e localizzati su colture sensibili, realizzati peraltro sotto la diretta responsabilità [e la supervisione] delle polizie locali», e si attiva in corrispondenza «dei soli periodi di semina, emergenza e maturazione delle colture», ossia dal 1° aprile al 15 settembre, senza sovrapposizioni col calendario venatorio tranne che nel periodo di preapertura; inoltre, rispetto alle intenzioni originarie il contingente s’è dimezzato, da 22.000 a 11.000 abbattimenti l’anno, ed è possibile rivedere le quote al ribasso «in caso emergano esigenze di natura conservazionistica».

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