La Federcaccia della Campania ha presentato ricorso al Tar contro il decreto ministeriale che definisce il perimetro del Parco nazionale del Matese.
Alla base c’è una decisione «frettolosa e confusionaria», frutto di una consultazione «scarsa e superficiale» che ha scontentato tutti («allevatori, agricoltori, pastori, cacciatori, imprenditori e perfino gli amministratori»): descrivendo così il contesto, la Federcaccia della Campania fa sapere d’aver presentato ricorso al Tar contro il decreto con cui Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente del governo Meloni, ha definito il perimetro del Parco nazionale del Matese.
Per la Federcaccia della Campania (la nota la firma il presidente regionale Modestino Bianco) nel Parco s’inglobano «terreni privi delle caratteristiche che richiedono particolare tutela»; dunque è esplicito l’auspicio che il Tar «riconosca l’importanza di coinvolgere le comunità locali e garantisca una nuova perimetrazione misurata ed equilibrata, in grado di preservare il patrimonio naturalistico del Matese senza sacrificare le sue vocazioni socioeconomiche, le attività di chi vive quei territori e i diritti dei cacciatori campani», che si vedono «illegittimamente» sottratti altri 20.000 ettari di territorio venabile.
Nel complesso il Parco nazionale del Matese s’estende per 87.897 ettari, distribuiti tra 52 comuni (31 in Campania, 21 in Molise); per la Federcaccia è necessario «ridurre il perimetro, e limitarlo esclusivamente alle aree ad alta quota».
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