Peste suina africana in Calabria, cacciatori perplessi su provvedimento

Peste suina africana in Calabria: tre cinghiali nel bosco
© Janusz Pienkowski / shutterstock

Le associazioni venatorie criticano il divieto di caccia imposto dalla giunta regionale per ostacolare la diffusione della peste suina africana in Calabria.

Sarebbero servite disposizioni concrete, utili a contrastare rapidamente la diffusione della peste suina africana in Calabria; non «un divieto generale di attività potenzialmente impattanti» come la caccia che l’ultima ordinanza del commissario straordinario consentirebbe, perlomeno in forma individuale e alle specie diverse dal cinghiale.

Federcaccia, Libera Caccia, Enalcaccia, Arcicaccia, Anuu migratoristi, Italcaccia ed Eps hanno dunque scritto a Roberto Occhiuto, presidente della giunta regionale, per chiedergli di ripensare «l’approccio oltremodo burocratico» con cui a quasi quattro mesi dall’apertura ha vietato la caccia in ventisei comuni; si rischia di commettere lo stesso errore di Piemonte e Liguria, ove all’inizio «s’è perso tempo preziosissimo per arginare il virus».

I cacciatori si mettono dunque a disposizione del territorio, per salvaguardare il comparto agro-alimentare e suinicolo; il loro contributo può essere fondamentale per la ricerca delle carcasse e il depopolamento del cinghiale.

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