Lollobrigida al Secolo d’Italia: la riforma della legge sulla caccia sarà equilibrata

Lollobrigida al Secolo d’Italia: la riforma della legge sulla caccia sarà equilibrata
© Alessia Pierdomenico / shutterstock

Intervistato da Antonella Ambrosioni per il Secolo d’Italia, il ministro Francesco Lollobrigida torna a parlare della riforma della legge sulla caccia all’esame del governo Meloni.

Non ci saranno l’abolizione del divieto sulle spiagge, la modifica della gestione dei richiami vivi (s’era sentito dire dell’abolizione del limite per quelli d’allevamento) e neppure la riduzione delle aree protette; per sapere però che cosa ci sarà nella riforma della legge sulla caccia all’esame del governo Meloni non è utile neppure la lunga intervista (la firma Antonella Ambrosioni) concessa dal ministro Francesco Lollobrigida, ancora abbottonatissimo sui contenuti, al Secolo d’Italia.

Emerge semmai qualcosa sui problemi da affrontare: i «tribunali intasati da ricorsi e controricorsi», soprattutto sui calendari venatori; l’assenza di strumenti normativi che consentano alle forze dell’ordine di «effettuare controlli efficaci, anche contro il bracconaggio e gli atti illeciti»; la programmazione del ripopolamento, «caotica e spesso dannosa nella sua attuazione»; il rischio d’elusione fiscale di imprese collegate al settore; i danni all’agricoltura e i pericoli per la circolazione stradale causati dalla proliferazione degli ungulati; le questioni sanitarie, come la peste suina africana.

Una proposta di sintesi

Come già in altre occasioni, Lollobrigida sottolinea che «la legge 157/92 non è più in grado di rispondere interamente alle esigenze» per cui la si pensò trentatré anni fa: la «situazione di caos e di incertezza attuale non dà le giuste garanzie a nessuno».

La bozza di revisione è la sintesi delle proposte «di alcune associazioni agricole, venatorie e ambientaliste, e di atti parlamentari d’indirizzo»; ci stanno lavorando i ministeri competenti («Ambiente, Agricoltura, Interno, Giustizia, Salute»), nel rispetto delle direttive europee, a partire da Habitat e Uccelli. Nel corso della discussione, ribadisce Lollobrigida, il parlamento organizzerà le audizioni delle associazioni di settore.

Infine, Lollobrigida «rigetta l’approccio» di chi dice che «bisognerebbe abolire la caccia» perché «riguarda una minoranza di cittadini: la tutela della fauna selvatica riguarda tutti; ma anche se riguardasse una minoranza [la] si dovrebbe [consentire], proprio perché lo Stato ha il dovere di occuparsi di tutti, anche delle minoranze».

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