L’Arcicaccia evidenzia la contraddizione di chi difende la legge 157/92 e contemporaneamente promuove l’abolizione dell’articolo 842 del codice civile.
Prima di esprimersi sulla riforma della legge sulla caccia, l’Arcicaccia vuole attendere il testo che uscirà da uno dei prossimi consigli dei ministri; nel frattempo però segnala che non si può, come ha fatto Luana Zanella di Verdi-Sinistra (e il Movimento 5 Stelle ha subito raccolto l’invito), difendere la 157/92 e poi proporre di abolire l’articolo 842 del codice civile, ciò che «ha permesso di mantenere in Italia la caccia pubblica e popolare. Quest’impostazione non è una parte della 157/92: ne è il cardine fondamentale; senza la caccia pubblica questa legge non può esistere».
Da trentatré anni l’Arcicaccia difende la legge 157/92, che di certo ha bisogno «di un aggiornamento che la adegui ai tempi, ma non di uno stravolgimento nei principi e nelle finalità». È «organico» l’unico intervento possibile, non costituito di «modifiche spot, che in questi anni hanno portato più problemi che soluzioni»; e per arrivare a una soluzione pulita ed efficace è necessario partire da una relazione sullo stato d’attuazione della legge, compito cui il governo non può sottrarsi.
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