Veterinaria: i pericoli della parvovirosi

Non è l’unica causa di gastroenterite, ma è una di quelle più pericolose, soprattutto per i cuccioli: il parvovirus, che si trasmette per contatto diretto oro-fecale, può avere addirittura conseguenze letali

Parvovirosi
© Bhakpong

Tra le patologie più frequenti e che possono incutere timore a un allevatore di cani si trovano le forme gastroenteriche, come la parvovirosi, che colpiscono sì gli adulti ma soprattutto i cuccioli, molte volte con esiti fatali.

Quando si parla di gastroenterite, come causa principale non si deve pensare soltanto alla forma virale causata da parvovirus; dobbiamo mettere sul piatto della bilancia molte altre cause, come batteri (salmonelle, clostridi), tossine alimentari e parassitosi come ascaridiosi, coccidiosi o giardiasi.

La gastroenterite, conosciuta anche come infezione gastrointestinale, è un’infiammazione della membrana interna della porzione dell’intestino tenue e dello stomaco, soprattutto dei cuccioli dal momento dello svezzamento, cioè dal momento in cui le difese immunitarie materne cominciano a calare fino a diventare nulle.

Più nello specifico, la parvovirosi si trasmette per contatto diretto oro-fecale: per questo, quando la madre pulisce le feci di un cucciolo e successivamente lava gli altri, potrà contagiare tutti compresa se stessa. Ed è per questo motivo che, quando ci troviamo di fronte una cucciolata, è bene non toccarla se si sospetta di essere venuti a contatto con un cane che potrebbe essere infetto; dobbiamo anche sapere che il virus può essere eliminato anche dieci giorni prima della manifestazione della sintomatologia evidente. Alle normali temperature, nell’ambiente esterno il virus risulta essere molto resistente ai normali disinfettanti casalinghi anche per molti mesi: per poterlo eliminare o comunque abbassare la carica virale si deve usare per molte volte un’elevata quantità di candeggina.

Parvovirosi
© Kateryna Kon

I soggetti più colpiti dalla parvovirosi sono i cuccioli dalle prime settimane di vita fino ai sei mesi circa. Nel primo caso, all’età di 50-60 giorni di vita la carica anticorpale materna cala bruscamente e rende il piccolo più vulnerabile all’infezione. Nell’età più adulta la malattia si manifesta invece perché ancora non si è ben sviluppato il sistema immunitario post vaccinale.

I sintomi che possono essere un campanello d’allarme sono vomito continuo e implacabile, febbre alta e una forma di diarrea sempre più acquosa e con presenza di sangue vivo e di odore nauseabondo. Il cucciolo risulta inappetente e letargico fino a perdere completamente le forze: la morte può sopraggiungere in breve tempo, circa 48-72 ore, non tanto per colpa del virus in sé e per sé, ma perché calano bruscamente le difese immunitarie. Ne conseguono infezioni secondarie con conseguente alterazione epatica e renale fino al completo blocco di reni e fegato.

Vaccinare

Dato che non possiamo sapere se tutti i cani che ci circondano siano vaccinati, dobbiamo essere noi a prevenire infezioni cercando di vaccinare i nostri soggetti già dalla giovanissima età post svezzamento. Il vaccino della parvovirosi dovrebbe essere considerato un vaccino obbligatorio per il cane, in associazione a quelli che contrastano altre patologie come epatite infettiva, cimurro e leptospirosi. Il normale protocollo vaccinale è differente per ogni zona: deve quindi essere il medico a scegliere il più adatto in base al tipo di situazione infettiva presente su quel territorio. Nell’Europa dell’est la presenza di virus è notevolmente elevata ed è stata una delle cause di superinfezioni nei nostri cani a causa del traffico di cuccioli non vaccinati. Se il rischio di infezione è basso, il primo vaccino può essere effettuato all’ottava settimana di vita e il richiamo a distanza di quattro settimane; nelle zone in cui si registra un’elevata percentuale di infezione, si può anticipare la prima vaccinazione a sei settimane e richiamarla a distanza di circa tre settimane e poi alla dodicesima settimana di vita, insieme ai vaccini indicati in precedenza. Una volta effettuato questo piano vaccinale il soggetto potrebbe risultare coperto per tutta la vita, ma ciò può non essere sicuro se non si effettua almeno una ricerca degli anticorpi presenti. È comunque una spesa non da poco: è molto più semplice e meno macchinoso vaccinare annualmente le nostre fattrici, cosi da dare ai cuccioli una buona immunità per poter contrastare questa tremenda infezione.