Massimo Buconi, presidente nazionale della Federcaccia, invita ad attendere il testo della riforma della legge sulla caccia: solo dopo la sua pubblicazione avrà senso prendere una posizione pubblica.
A disposizione di chi sulla riforma della legge sulla caccia vuole prendere una posizione seria c’è una sola strategia: attendere il testo ufficiale; nel consueto video che introduce il fine settimana Massimo Buconi, il presidente nazionale della Federcaccia, nota che finora invece c’è stato spazio soltanto per «le suggestioni più strampalate».
Le principali riguardano la caccia lungo i litorali e nelle aree private, in realtà già possibile rispettivamente in alcune regioni e, grazie all’articolo 842 del codice civile, in tutto il territorio nazionale: chi boicotta la riforma suggerisce, sbagliando o inventando, che la liberalizzazione consentirà di andare a caccia in spiaggia, «tra gli ombrelloni e i bagnanti», e «nei giardini delle case», situazioni con tutta evidenza irrealizzabili.
Buconi non sa se la riforma aumenterà il numero delle specie cacciabili (ne dubita, anche se in Italia sono meno di quanto previsto in buona parte del resto d’Europa), introdurrà sanzioni economiche specifiche per chi disturba lo svolgimento regolare della caccia o delle operazioni di controllo faunistico e aumenterà il numero dei richiami vivi detenibili: su questi tre aspetti la Federcaccia, linea nota da tempo, è favorevolissima.
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