Braccata e caccia di selezione al cinghiale, le critiche di Federcaccia Umbria

Braccata e caccia di selezione al cinghiale
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Non servono dualismi tra braccata e caccia di selezione al cinghiale: Federcaccia Umbria critica l’impostazione della giunta Tesei.

È un errore contrapporre braccata e caccia di selezione al cinghiale. Si tratta infatti di due tecniche complementari da far convivere, che non hanno bisogno di “inutili dualismi”. La Federcaccia Umbria, ora guidata da Simone Petturiti che a quattro mesi dal lutto raccoglie l’eredità di Giovanni Selvi, critica il regolamento per la caccia di selezione voluto dalla giunta Tesei. Un provvedimento di questo tipo “provoca conflitti anziché favorire la collaborazione”. Perché l’approccio della giunta penalizza la braccata, che invece ogni anno consente di abbattere 18.000 cinghiali sul territorio regionale.

Più che alimentare le divisioni, serve dividere i compiti tra le due forme di caccia e assegnare a ciascuna le tipologie d’area più idonee. La Federcaccia Umbria non ha “alcun pregiudizio nei confronti di [nessuna] forma di prelievo a patto che sia sostenibile, regolamentata e inserita in un quadro amministrativo e scientifico”. Bisogna però trovare la strada per riconoscere a ciascuna le sue specificità.

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