Nel corso del question time Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, ha smentito le anticipazioni sulla riforma della legge sulla caccia all’esame del governo; manca ancora però una data per la presentazione al parlamento.
«Le indiscrezioni non trovano riscontro nel testo finale»: così Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura del governo Meloni, ha risposto all’interrogazione con cui Luana Zanella, capogruppo d’Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera, lo aveva invitato a non procedere alla riforma della legge 157/92, quella che disciplina l’esercizio della caccia in Italia.
Nel corso del question time Lollobrigida ha smentito alcune anticipazioni, che ritiene abbiano soltanto l’obiettivo «di alimentare la polemica politica»: il governo non amplierà l’elenco delle specie impiegabili come richiami vivi; non riaprirà i roccoli; non consentirà la caccia nelle aree demaniali marittime, tantomeno in spiaggia; non modificherà gli orari d’inizio e di fine della giornata di caccia; semmai renderà potenzialmente più elastici i calendari, esigenza resa necessaria dal cambiamento climatico.
Non è arrivata però l’informazione più attesa, quella sollecitata anche dal gruppo parlamentare della Lega (l’interrogazione l’ha firmata Francesco Bruzzone, che poco meno di due anni fa presentò un’altra proposta di riforma): Lollobrigida non ha comunicato quando il consiglio dei ministri esaminerà il testo, passaggio preliminare necessario prima che s’avvii l’iter parlamentare.
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