Il gruppo parlamentare d’Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera ha presentato una mozione sulla caccia: cinque gli argomenti, tra i quali anche il divieto d’usare richiami vivi.
Se la premessa è ideologica, come traspare dall’intento di voler «fermare una deriva spinta dall’oltranzismo venatorio e armaiolo», anche il (poco di) buono che c’è annega nel grande indifferenziato: detto che non ci saranno mai i numeri, solida la maggioranza di centrodestra, i cacciatori non possono condividere la mozione sulla caccia presentata in queste ore dal gruppo parlamentare di Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera.
Sono cinque gli impegni cui si vuole vincolare il governo: chiudere il contenzioso con la Commissione europea, che contro l’Italia ha aperto una procedura d’infrazione; introdurre misure efficaci contro il bracconaggio, prevedendolo come delitto specifico nel codice penale; vietare l’uso dei richiami vivi per la caccia da appostamento; escludere dall’elenco delle specie cacciabili quelle che si trovano in uno stato di conservazione particolarmente grave; devolvere a favore delle attività di controllo del territorio i proventi delle tasse sulla caccia.
Per Verdi-Sinistra è «grave, pericoloso e insensato» che, mentre è ancora aperta una procedura d’infrazione, un disegno di legge governativo «di cui si hanno brutte anticipazioni» si ponga l’obiettivo di liberalizzare la caccia «senza alcun riguardo per l’avifauna».
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