Le prove di lavoro nel Regno Unito: dalle origini ai giorni nostri

Le prove di lavoro nel Regno Unito: dalle origini ai giorni nostri

Dove e come sono nate le prove di lavoro per cani da ferma e come si svolgono attualmente nella patria di setter e pointer.

Siamo nel 1865, in aprile. Un gruppo di gentiluomini si dà appuntamento nei pressi del villaggio di Southill, nel Bedfordshire. Non al pub del paese per fare quattro chiacchiere, ma all’aperto, in un campo, dove si sarebbe corsa la prima prova di lavoro per setter e pointer.

Se parliamo di cani in senso più ampio, le prove di lavoro che li vedevano protagonisti esistevano già. Pensiamo, ad esempio, alle corse e agli sport di combattimento come il bull baiting e il ratting, ma quell’aprile del 1865 nel Bedfordshire stava per accadere qualcosa di diverso. La perfezione stava per prendere il posto della violenza. Si volevano testare i cani per verificarne l’efficacia.

A Southill si è quindi corso il primo field trial, ossia una prova di lavoro per verificare le attitudini dei cani. Queste prove in campo si organizzavano già per i fucili ma, per i cani, si trattava di un qualcosa di assolutamente nuovo e occorreva in primo luogo capire come giudicarle.

La primissima prova di lavoro

Al primo field trial erano iscritti 16 cani. I setter correvano tra di loro e così i pointer (ma divisi in due classi, pointer di taglia piccola e pointer di taglia grande). I giudici erano il Reverendo T. Pearce e il signor Walker. A pochi giorni di distanza dalla prova, il periodico The Field pubblicò un resoconto dell’accaduto. Si leggeva di terreni perfetti per ampiezza e presenza di selvaggina, mentre la vegetazione avrebbe potuto essere un po’ più alta.

Le condizioni climatiche, al contrario, non sono state quelle ideali. Faceva caldo e non c’era vento, il che ha reso difficile la cattura dell’emanazione. Vista la temperatura, si è scelto di far scendere in campo prima i pointer, per permettere ai setter di correre più tardi con il fresco, ma la giornata, contro ogni aspettativa, è diventata più calda verso l’imbrunire. I giudici seguivano a cavallo.

A questa primissima prova di lavoro ne sono seguite altre, nei primi tempi poche ogni anno, poi sempre più di frequente. Nel 1880, il morbo dei field trial aveva già raggiunto gli Stati Uniti e il continente, con cani che si spostavano per competere. I regolamenti cambiano e si è passati da una griglia con dei punteggi prefissati a metodi di giudizio più organici. I criteri di giudizio si sono stabilizzati attorno al 1900 e sono rimasti pressoché immutati da allora.

Proteggere setter e pointer dal declino

Parallelamente i field trial hanno protetto il setter e il pointer dal declino. Nel Regno Unito si era chiusa l’età dell’oro della caccia alla piccola selvaggina con il cane e le prove di lavoro si sono rivelate uno strumento importante per selezionare e preservare le razze. Nelle cronache dell’epoca si leggeva che gli spaniel e i retriever erano diventati gli ausiliari preferiti dai britannici che avevano dirottato le loro preferenze verso la caccia in battuta. Setter e pointer erano oramai confinati nei terreni delle prove oppure erano usati soltanto nelle Highlands, dove i territori non permettevano l’organizzazione della caccia alla grouse in battuta.

I field trial richiamavano concorrenti e spettatori da ogni parte della nazione. La prima guerra mondiale, ma soprattutto la seconda, hanno messo in pausa queste manifestazioni che per fortuna hanno cominciato a riprendere il loro smalto intorno agli anni Cinquanta. La ripartenza è stata graduale con il picco dei partecipanti alle prove attorno agli anni Duemila. Al momento, per quanto riguarda la Gran Bretagna, si assiste a una riduzione del numero di appassionati legata, molto probabilmente, alle difficoltà che si incontrano nella preparazione dei cani. Non è semplice, infatti, ottenere i permessi per allenare, né trovare dei mentori disposti a far crescere i binomi.

Quasi tutto è rimasto uguale

Attualmente le prove di lavoro nel Regno Unito si svolgono a blocchi a partire dal mese di marzo. Si inizia con le grouse nel nord dell’Inghilterra e in Scozia, poi ad aprile ci si sposta a sud per le prove su starne e fagiani. Dopo una pausa si riprende a luglio con le grouse, sempre nel nord dell’Inghilterra e in Scozia, dove le prove durano fino alla metà di agosto. A settembre, di torna di nuovo al sud e si chiude il cerchio con le prove a starne e fagiani. All’interno del circuito c’è un Champion Stake annuale su grouse a luglio-agosto e una Partridge Challenge su starne ad aprile. Si tratta di due prove di eccellenza cui accedono cani che si sono precedentemente qualificati ottenendo risultati nel circuito di prove.

Le prove vengono giudicate da due giudici (dal 2016 al Champion Stake i giudici sono tre), accompagnati da uno sparatore che spara a salve con un fucile all’involo dei selvatici.  Tutti i soggetti iscritti sono registrati in un catalogo in cui vengono trascritti tutti i dati di ciascuno, come i titoli e la genealogia. I turni sono di coppia (i sorteggi avvengono pubblicamente poco prima dell’inizio della prova) con un cane mandato a destra e uno a sinistra.

Consenso e terra

Non vi è una durata minima del turno, orientativamente i cani corrono 10-15 minuti e non esiste il minuto in cui è concesso commettere errori. I concorrenti devono condurre i cani camminando a ragionevole distanza l’uno dall’altro. Dopo che tutti i cani hanno corso, i migliori vengono mandati al richiamo. A volte, ma raramente, vi è un terzo richiamo.

Quando uno dei cani va in ferma, il compagno di coppia deve consentire o essere messo a terra. Il concorrente arriva sul cane accompagnato dal giudice e lo fa guidare su invito del giudice stesso, senza toccarlo. Allo sparo è deputato uno sparatore. Il cane deve rimanere immobile al frullo e allo sparo e, dopo l’involo del selvatico, può essere rilanciato to clear the ground (a pulire il terreno), poiché potrebbero essere rimasti altri selvatici a pochi metri, evento che si verifica abbastanza spesso con le covate di grouse a luglio.

Conta la qualità complessiva dell’azione

I cani vengono giudicati per la qualità complessiva dell’azione, il che comprende velocità, ampiezza di cerca, senso del selvatico e addestramento. I giudici britannici fanno particolare attenzione al casting, ossia all’invio del cane alla partenza. I cani non vengono sollevati per il collare e lanciati come si vede talvolta fare in Italia, ma vengono messi a sedere e gli viene tolto il collare. Quando entrambi i conduttori sono pronti, i cani, che fino a quel momento devono rimanere immobili, vengono inviati nella direzione indicata dal giudice. Devono andare in quella direzione e iniziare il lacet da lì; se tornano indietro dopo il lancio per girare dall’altro lato, possono essere immediatamente eliminati.

Molto importante è anche il quartering (percorso) che deve essere ordinato, con il cane che batte il terreno da lato a lato in maniera sistematica galoppando davanti al conduttore. Il trascuro è penalizzato, come da noi. Poi, e qui la differenza rispetto alle nostre prove è marcata, c’è la guidata, roading, ossia l’approccio del cane al selvatico dopo la ferma. Il conduttore non può sopravanzare il cane e occuparsi di alzare il selvatico; è un lavoro che deve fare il cane senza esitazioni, ma rimanendo sotto controllo.

Una buona guidata è essenziale per andare in classifica e si riallaccia alla funzione originaria del cane ossia servire il fucile durante una giornata di caccia. La guidata del cane può essere incentivata con la voce, ma non con il tocco. Il cane deve guidare fino a che gli animali si alzano (alcuni vanno via di pedina) e poi rimanere fermo al frullo e allo sparo. A seguire, gli può essere chiesto di accertarsi con cautela che non ci siano altri animali sul terreno. I giudici assistono da vicino a tutta l’operazione verificando che la guidata sia fluida; i cani che esitano a guidare vengono penalizzati e possono essere eliminati.

Ubbidienza e di controllo

Un’altra caratteristica che differenzia le prove di lavoro britanniche da quelle organizzate in tutto il resto del mondo è la richiesta di assoluta ubbidienza e di controllo. Il cane deve essere obbediente e pronto a rispondere a ogni comando del conduttore; qui entrano in gioco fattori culturali e logistici. Con fattori logistici si intende la quantità di selvaggina che i concorrenti hanno l’opportunità di incontrare durante un turno.

Nelle prove nostrane l’incontro non è scontato, quindi se il cane incontra si è portati a chiudere gli occhi di fronte a qualche altra mancanza. Nelle prove britanniche, al contrario, la selvaggina è abbondante e l’incontro è quasi scontato. Partendo da questo presupposto, i giudici hanno modo di valutare con attenzione anche che cosa avviene dopo l’incontro, ossia come il cane tratta il selvatico.

Tutti i concorrenti e gli eventuali spettatori, infine, possono seguire la prova a piedi a debita distanza. Nelle prove c’è una sola batteria e la si segue a piedi; una volta erano utilizzati dei pony per i giudici.

Due parole sull’Irlanda

In questo breve excursus storico non va dimenticato quanto è accaduto in Irlanda dove il primo field trial si è tenuto nel 1878, un po’ in ritardo rispetto agli Stati Uniti e al continente. I cani irlandesi, però, partecipavano già da tempo alle prove inglesi. Fino al 1922, inoltre, in Irlanda si sono seguite le regole del Kennel Club inglese che, di fatto, risultava l’ente organizzatore delle prove. A partire dal 1922, con la nascita dell’Irish Kennel Club, le prove sono diventate una faccenda nazionale ed è stata cambiata qualche regola relativa al conseguimento del campionato di lavoro.

Le prove si corrono prevalentemente su grouse, ma esistono anche prove a starne, fagiani e beccaccini. Anche in Irlanda ci sono diversi circuiti di prove: quello primaverile va dall’inizio di febbraio alla fine di marzo, quello estivo da agosto alla fine di ottobre. In novembre, però, si corrono le prove a beccaccini. Queste ultime prove sono diventate molto popolari negli ultimi anni data l’abbondanza di beccaccini. Nel 2017 si è tenuto per la prima volta in Irlanda il Campionato europeo a beccaccini per i setter irlandesi rossi.

Dove la selvaggina è scarsa

Le prove irlandesi (tranne quelle svolte in Irlanda del Nord, regolamentate dal Kennel Club inglese) ricadono sotto l’ombrello della Fci, ma i regolamenti sono virtualmente identici a quelli britannici. A cambiare, però, è l’interpretazione delle regole e ciò è legato alle condizioni dei terreni e dei selvatici. Come già spiegato, la selvaggina in Inghilterra e in Scozia è abbondante dal momento che le prove si svolgono in riserve di caccia. La situazione irlandese è diversa. Si corre su terreni liberi e la selvaggina è scarsa. I giudici irlandesi, pertanto, tengono in gran conto l’ampiezza e il desiderio di cerca, nonché la velocità, e tengono invece in minor riguardo i tecnicismi.

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