Saranno le commissioni Ambiente e Agricoltura del Senato a esaminare il ddl 1552, quello col quale le forze di maggioranza intendono procedere alla riforma della legge sulla caccia.
Una si occupa d’ambiente, l’altra d’agricoltura (e anche d’industria, commercio e turismo: accorpamento insolito ma inevitabile dopo la riduzione del numero dei parlamentari): saranno l’ottava e la nona commissione del Senato a esaminare insieme, in sede redigente (significa che proporranno un testo all’assemblea), la proposta di riforma della legge sulla caccia presentata dai capigruppo di maggioranza.
Dunque prende il via l’iter del provvedimento (gli uffici del Senato l’hanno contrassegnato col numero 1552) con cui il centrodestra intende aggiornare la legge 157/92.
Non è detto – anzi, è molto poco probabile – che si finisca entro l’inizio della stagione venatoria: la procedura, canonica, prevede che sia il Senato sia la Camera approvino un testo identico; in caso di modifica nel passaggio da un ramo all’altro sarà necessaria una lettura ulteriore.
Tempi non brevi
Ci si aggiungano le audizioni annunciate dal ministro Lollobrigida, che anche se ha perso la titolarità della riforma ne resta comunque uno degli ispiratori, la pausa estiva nel mese d’agosto, un calendario già denso (si sa già che questa settimana le commissioni Ambiente e Agricoltura esamineranno altri provvedimenti) e l’impossibilità di ricorrere ai tempi contingentati che garantisce il ricorso alla fiducia: anche se non è una soluzione impossibile a livello tecnico, il galateo istituzionale impone che il governo non s’impegni, mettendo in gioco la propria sopravvivenza, su un ddl di natura parlamentare.
Dunque i tempi s’allungheranno, ed è verosimile che la riforma inizierà a incidere non dalla prossima stagione venatoria, ma da quella successiva, 2026/2027. In ogni caso è opportuno che se la procedura d’approvazione si concluderà a stagione in corso il parlamento aggiunga alla legge un articolo che disciplini il regime transitorio: bisogna evitare il caos prodotto l’anno scorso con l’emendamento sulla validità dei calendari venatori in caso di sospensione cautelare.
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