Vasco Feligetti, titolare del portale web palombe.it, contesta la decisione di autorizzare la caccia in deroga alla tortora dal collare.
La preapertura e le deroghe hanno senso per la caccia alla cornacchia grigia e allo storno, «effettivamente responsabili di danni accertati»; ma per la tortora dal collare, «una specie che non figura tra le cause principali di danni alle colture e che vive stabilmente in ambiti urbani e periurbani», si tratta di «una scelta in contrasto con i principi della gestione faunistica responsabile»: così Vasco Feligetti, titolare del portale web palombe.it (s’è conquistato un ruolo pubblico nazionale contestando il piano di controllo del colombaccio in Emilia Romagna e chiedendo al governo Meloni di pubblicare quanto prima la bozza della riforma della legge sulla caccia), commenta le notizie che arrivano da alcune regioni dell’Italia centrale, a partire dalla Toscana.
Per Feligetti inserire la tortora dal collare (lui la definisce tortora domestica, in contrapposizione alla tortora selvatica) tra le specie cacciabili è una scelta «giuridicamente fragile, tecnicamente ingiustificabile ed eticamente inaccettabile»: è difficile rintracciare le prove scientifiche che la legittimano.
Oltre che con le amministrazioni regionali, Feligetti se la prende anche con le associazioni venatorie, chiamate a difendere «non solo i cacciatori, ma l’etica della caccia. Il loro silenzio preoccupa: sembra che [la strategia di] salvare le tessere abbia preso il sopravvento sulla coerenza, e che si accetti tutto pur di non disturbare equilibri politici e rendite di posizione». In questo modo però «si distrugge la credibilità del cacciatore, alimentando la propaganda più feroce di chi ci dipinge come boia degli animali, anziché custodi del territorio. Se si arriva a sparare a un animale che vive nei cortili, nei tetti, nei giardini, allora si è davvero perso il senso del limite».
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