Commissione Politiche europee approva documento su stato di protezione del lupo

Commissione Politiche Ue approva proposta su stato di protezione del lupo
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La commissione Politiche europee della Camera ritiene conforme al principio di sussidiarietà la decisione comunitaria d’abbassare lo stato di protezione del lupo.

Nella forma è tecnicissima, ma la delibera della commissione Politiche europee della Camera ha un significato politico trasparente: l’Italia è favorevole ad abbassare lo stato di protezione del lupo.

Aveva questo come tema il documento Com2025/206, relatrice Alessia Ambrosi (Fratelli d’Italia), approvato dalla maggioranza di centrodestra; con motivazioni diverse si sono detti contrari sia il Partito democratico sia il Movimento 5 Stelle, che aveva presentato una proposta alternativa di segno opposto.

Formalmente la commissione Politiche europee si dice convinta che la decisione d’abbassare lo stato di protezione del lupo rispetti il principio di sussidiarietà, quello che (articolo 5 del trattato di funzionamento) dispone che nei «settori che non sono di sua competenza esclusiva l’Unione [intervenga] soltanto se e in quanto gli obiettivi dell’azione prevista non possono essere conseguiti in misura sufficiente dagli Stati membri, né a livello centrale né a livello regionale e locale, ma possono, a motivo della portata o degli effetti dell’azione in questione, essere conseguiti meglio a livello [comunitario]».

Per comprendere il significato politico del voto non c’è bisogno d’un retroscenista, tanto più se si considera lo sviluppo del testo («l’obiettivo generale è pienamente condivisibile»; «l’aumento della popolazione di lupi ha un impatto negativo sul settore zootecnico»; «la crescita esponenziale della specie preoccupa i cittadini»): nella sua più alta espressione politica l’Italia ritiene necessario ridurre lo stato di protezione del lupo, così che in futuro si possa valutare se «introdurre forme di caccia selettive»; in questo caso sarà necessario «modificare […] la legge 157/92, e prevedere una gestione attiva delle popolazioni anche tramite prelievi letali».

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