
La Commissione europea ha modificato gli allegati della direttiva Habitat: ora sullo stato di protezione del lupo, soltanto protetto anziché strettamente protetto, dovranno esprimersi parlamento e Consiglio dell’Unione europea.
Non s’è coagulata un’opposizione tale da far naufragare quanto il Comitato della Convenzione di Berna aveva stabilito a inizio dicembre: pertanto allo scadere dei tre mesi previsti dalla normativa la Commissione europea ha modificato gli allegati della direttiva Habitat, abbassando lo stato di protezione del lupo da strettamente protetto a soltanto protetto.
La procedura non s’è conclusa: sulla questione devono ancora esprimersi sia il parlamento sia il Consiglio dell’Unione europea, l’organismo che rappresenta i governi: in nessuna delle due sedi ci s’attendono sorprese.
Una volta completata la revisione degli allegati della direttiva, le ventisette nazioni dell’Unione europea potranno godere di maggior flessibilità nella gestione del lupo, «in modo che possano adottare misure specifiche per il contesto locale»; resterà comunque necessario assicurare uno stato soddisfacente di conservazione della specie. L’Unione europea contribuirà con finanziamenti specifici e altre forme di sostegno, soprattutto a favore degli allevamenti.
«In alcune regioni europee i branchi di lupi sono diventati un pericolo reale, soprattutto per il bestiame» commenta a margine Ursula von der Leyen, presidente dell’Unione europea. «Abbiamo proposto una modifica del diritto comunitario, che aiuterà le autorità locali a gestire attivamente le popolazioni di lupi proteggendo nel contempo sia la biodiversità sia i nostri mezzi di sussistenza rurali».
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