Raggiunta la soglia per presentare il ddl popolare sul divieto generale di caccia

Raggiunta la soglia per presentare il ddl popolare sul divieto generale di caccia
© Tom Windeknecht / shutterstock

Animalisti italiani, Enpa, Lac, Lav, Lndc e Oipa hanno raccolto 50.000 firme, soglia minima per la presentazione in parlamento, a sostegno del ddl d’iniziativa popolare con cui vogliono imporre il divieto generale di caccia in Italia.

Di cinquantamila firme avevano bisogno, e cinquantamila firme hanno ottenuto; altro sarà convincere la maggioranza dei parlamentari ad approvare il ddl d’iniziativa popolare col quale imporre il divieto generale di caccia in Italia, aumentare la tutela di orsi e lupi, incrementare le aree protette, in subordine vietare l’accesso dei cacciatori ai fondi privati abrogando l’articolo 842 del codice civile, mossa analoga a quella dei tre senatori dell’Alleanza Verdi-Sinistra.

Al momento, e perlomeno fino alla fine della legislatura, la proposta di Animalisti italiani, Enpa, Lac, Lav, Lndc e Oipa non ha possibilità di modificare l’impianto normativo nazionale: solo due forze politiche, Movimento 5 Stelle e Verdi-Sinistra, sono dichiaratamente contro la caccia; e insieme raggiungono soltanto cinquantanove deputati su quattrocento, e ventinove senatori su duecentocinque.

Le cinque sigle animaliste si augurano quantomeno che la loro iniziativa «riesca a rafforzare l’opposizione all’iter parlamentare del ddl» di riforma della legge sulla caccia promosso dalla maggioranza di centrodestra, e confermano che gli emendamenti delle opposizioni (più di mille del Movimento 5 Stelle, cinquecento dell’Alleanza Verdi-Sinistra, più di trecento del Partito democratico) servono a «bloccare un tentativo di deregulation venatoria mai registrato prima», «uno scandaloso e violento attacco agli animali selvatici» a favore di chi pratica «un divertimento sanguinario».

Infine, Animalisti italiani, Enpa, Lac, Lav, Lndc e Oipa tornano sulle audizioni davanti alle commissioni Agricoltura e Ambiente del Senato, che hanno convocato soltanto quattro associazioni ambientaliste contro il doppio delle associazioni venatorie, «in clamoroso spregio alla stragrande maggioranza dei cittadini che da sempre si dichiarano contrari alla caccia e che le rilevazioni Eurispes attestano al 76% della popolazione italiana».

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