Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra hanno presentato due emendamenti con cui propongono di sopprimere l’articolo che rimodula le restrizioni e riduce i divieti in prossimità dei valichi montani interessati dalle rotte migratorie.
Resteranno senza esito, ma inviano un messaggio chiaro i due emendamenti con cui il Movimento 5 Stelle (Maiorino-Cataldi-Gaudiano) e l’Alleanza Verdi-Sinistra (De Cristofaro-Magni-Cucchi: a loro si deve anche la proposta di abolire l’articolo 842 del codice civile, quello che ai cacciatori consente di accedere ai fondi privati) tentano di sopprimere l’articolo con cui, dopo l’intervento della Lega alla Camera, il ddl 1054-B rimodula le restrizioni e riduce il divieto di caccia in prossimità dei valichi montani interessati dalle rotte migratorie.
La riforma della legge 157/92 non è l’unico argomento la cui discussione al Senato (lunedì il termine ultimo per presentare gli emendamenti) è bene che i cacciatori seguano: più vicino all’approvazione definitiva (se il testo finale sarà identico a quello votato dalla Camera, il percorso parlamentare si sarà concluso), il ddl per la promozione delle zone montane è fondamentale per disinnescare alcuni problemi che potrebbero interessare la stagione venatoria 2025/2026.
Oltre a modificare i criteri con cui identificare i valichi da proteggere e a trasformare il divieto di caccia nell’istituzione di Zone di protezione speciale, infatti, l’articolo 15 dispone che nei sei mesi successivi all’approvazione della legge, in attesa del decreto dei ministri di Ambiente e Agricoltura, tornino in vigore le condizioni che hanno regolato la stagione 2023/2024, e dunque che salti il divieto imposto dal Tar (il Consiglio di Stato l’ha confermato) in prossimità di tutti i 475 valichi lombardi.
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