Sul ricorso della Federcaccia contro la perimetrazione del Parco nazionale del Matese il Tar non s’esprimerà in via cautelare: per accelerare si passa direttamente all’udienza di merito.
La definisce una scelta «in linea con una strategia difensiva definita e ponderata sin dall’avvio» del procedimento instaurato con la presentazione del ricorso al Tar: la Federcaccia è certa d’aver fatto la mossa giusta rinunciando alla richiesta di sospensiva cautelare del decreto con cui il ministro dell’Ambiente ha definito il perimetro del Parco nazionale del Matese (s’estende per 87.897 ettari, distribuiti tra 52 comuni di Campania e Molise), e dunque chiedendo di passare direttamente all’udienza di merito, sede in cui trovare «adeguata tutela». In questo modo, nota la Federcaccia, si risponde all’esigenza di «anticipare [l’atto] con cui i soggetti resistenti si costituiscono in giudizio».
Rinunciare alla richiesta di sospensione cautelare non coincide «in alcun modo [con] una rinuncia al ricorso» ribadisce la Federcaccia, che resta determinata a trovare «una soluzione definitiva»; in aggiunta, il passaggio alla fase successiva del processo amministrativo «è funzionale a evitare una pronuncia cautelare sfavorevole, che avrebbe potuto compromettere l’esito del giudizio».
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