Sulla riforma della legge sulla caccia Buconi chiede incontro a Schlein

Sulla riforma della legge sulla caccia Buconi chiede incontro a Schlein
© Marco Iacobucci Epp / shutterstock

Massimo Buconi, presidente nazionale della Federcaccia, chiede a Elly Schlein un incontro per discutere della riforma della legge sulla caccia; prendono una posizione pubblica anche le Doppiette democratiche.

Con il centrodestra, «nel rispetto dei ruoli», i contatti e il confronto sono quotidiani; non così con le opposizioni, che contro la riforma della legge sulla caccia hanno dimostrato una sorta d’ostilità pregiudiziale; pertanto Massimo Buconi, presidente nazionale della Federcaccia, s’è rivolto direttamente a Elly Schlein, segretaria del Partito democratico, per chiederle «un incontro sulle questioni venatorie e sulla gestione faunistica».

Buconi non è l’unico ad attendere un intervento d’Elly Schlein. Oltre a questa testata, che da tempo le chiede di rendere pubblica la sua posizione (si sa, la linea politica la decide il segretario – in questo caso la segretaria), si sono attivati anche i cacciatori del Pd, le cosiddette Doppiette democratiche, che pur non apprezzando la proposta della maggioranza desiderano una battaglia condotta «con serietà e con proposte di miglioramento concreto», non «ostentando ostilità» verso un mondo intero.

Le richieste dei cacciatori del Pd

A Schlein e ai capigruppo le Doppiette democratiche chiedono «un confronto aperto e non pregiudiziale, che restituisca al partito la sua vocazione riformista e inclusiva», anche perché il Pd, come una volta il Pci, è «forte in regioni dalla grande tradizione venatoria come Toscana e Umbria».

Per le Doppiette democratiche il Pd «non può permettersi di scivolare in una rappresentazione semplificata e ostile della realtà che riguarda la gestione faunistica, l’attività venatoria e il mondo rurale»; e non è più accettabile il fatto che «singoli dirigenti o parlamentari» trasmettano l’idea che si sia abbandonato ogni equilibro «per confinarsi in una posizione ideologica, distante dalle comunità e dai territori».

«Per ricostruire consenso e credibilità» il Pd deve ripartire «non da slogan ostili o da posizioni che negano la realtà», ma «dal mondo venatorio e della gestione faunistica», composto in larga parte «da persone che vivono nelle aree interne, mantengono relazioni sociali nelle comunità rurali, presidiano l’ambiente, contribuiscono concretamente alla biodiversità».

Le Doppiette democratiche non intendono rappresentare una frangia minoritaria: «Siamo quelli che cuociono le salsicce alla festa dell’Unità, che tengono aperti i circoli, che si batteranno per far vincere il centrosinistra alle prossime elezioni regionali, non certo quelli additati come lobby delle armi. Ma vogliamo un Pd che ci rispetti e ci ascolti, senza forzature e senza censure».

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