Starne a Fiordimonte con i nuovi Franchi

Un’esperienza immersiva per provare sul campo uno dei più recenti allestimenti del semiautomatico Affinity 3, declinato in calibro 20. Siamo stati ospiti a Valle di Fiordimonte per una mattinata di addestramento cani ad alta quota

Starne a Fiordimonte con i nuovi Franchi

Un’esperienza immersiva per provare sul campo uno dei più recenti allestimenti del semiautomatico Franchi Affinity 3, declinato in calibro 20. Siamo stati ospiti a Valle di Fiordimonte per una mattinata di addestramento cani ad alta quota

Pascoli ad alta quota a perdita d’occhio, prati, cespugli di ginepro, cardi e ginestre, il tutto sullo sfondo di un maestoso e suggestivo scenario appenninico, letteralmente a due passi dai confini del parco nazionale dei Monti Sibillini. La caccia a Valle di Fiordimonte, azienda agri-turistico venatoria e faunistico venatoria in provincia di Macerata, è un’esperienza unica, sia per la qualità della selvaggina sia, soprattutto, per l’unicità dell’ambiente.

Gli oltre 4.000 ettari di territorio che compongono la riserva spaziano da 600 a oltre 1.400 metri sul livello del mare, con habitat variegati, dalla macchia fitta, tipicamente mediterranea, fino ai terreni coltivati a cereali e, più in alto, alle praterie d’alta quota. Un ambiente particolarmente vocato per tutte le forme di caccia, che consente non solo di cacciare per tutta la stagione venatoria, ma anche di addestrare gli ausiliari in modo efficace durante tutto l’anno, anche con sparo grazie alle ampie zone addestramento di tipo C.

Nel periodo estivo, in particolare, è possibile addestrare i cani da ferma nelle zone più alte della riserva, oltre i 1.000 metri di quota, dove le temperature sono più fresche, con una ventilazione praticamente costante e assoluta assenza di forasacchi, che nella stagione più calda e secca rappresentano un rischio non di poco conto per i nostri amati compagni di caccia a quattro zampe. Nei pascoli d’alta quota è possibile confrontarsi con quaglie e soprattutto starne, queste ultime ovviamente provenienti da ripopolamenti, ma ciò non significa che ci si debba aspettare di incontrare pennuti direttamente provenienti dalla voliera, incapaci di sottrarsi a cani e cacciatori.

Uniti all’habitat favorevole, i ripopolamenti continui e abbondanti consentono di incontrare anche brigate consolidate, composte da starne ormai ben ambientate sul territorio, caratterizzate da un comportamento non troppo diverso da quello tipico della selvaggina naturale: un banco di prova significativo per i cuccioloni e un ottimo modo per restare in allenamento per i cani più esperti.

Quale scenario migliore quindi per mettere alla prova sul campo un fucile da caccia? È proprio per questi motivi, infatti, che Franchi ha scelto Valle di Fiordimonte come cornice della cosiddetta Franchi experience, una due giorni dedicata ai giornalisti della stampa specializzata, invitati a provare le ultime novità dell’azienda. Protagonista del nostro test è l’ultima versione del semiautomatico inerziale di Casa Franchi, l’Affinity 3, in allestimento Elite wood, caratterizzato da calciatura in legno abbinata a canna e carcassa con finitura Cerakote Grey.

Vista sui Sibillini

Il Franchi Affinity 3 Elite wood nella caccia alle starne a Valle di Fiordimonte
Il Franchi Affinity 3 Elite wood nella caccia alle starne a Valle di Fiordimonte

La sveglia suona molto prima dell’alba, per darci il tempo di fare colazione e di effettuare gli spostamenti necessari, in modo da essere già sul posto di caccia alle prime luci dell’alba, quando le temperature dovrebbero essere ancora tollerabili. I partecipanti sono suddivisi in tre gruppi, ciascuno destinato a una differente zona di caccia. A me e al collega Simone Bertini tocca la zona denominata “trocca alta”, nella parte più alta della riserva.

Ciò significa temperature leggermente più basse e, almeno si spera, buona ventilazione, ma anche terreni più ripidi e impegnativi. Sia io sia Simone siamo buoni camminatori, abituati per tutto l’anno a trekking ed escursioni in montagna, quindi l’idea non ci preoccupa più di tanto e ci prepariamo a una mattinata che si preannuncia soddisfacente.

Per questioni logistiche purtroppo non ho potuto portare con me la mia setter inglese, Keira, quindi possiamo contare solamente sui cani degli accompagnatori. A guidarci nella nostra mattinata, però, c’è Paride, uno degli accompagnatori della riserva, cinofilo appassionatissimo che ho già avuto occasione di vedere all’opera insieme con i suoi cani, tutti soggetti di indiscussa qualità. Con il pick-up di Paride raggiungiamo quota 1.200 metri, per incamminarci poi a piedi verso la vetta. Paride inizia la cacciata sciogliendo un setter Gordon e una giovane setter inglese bianco-fegato, che iniziano sin da subito una cerca avida e piuttosto ampia.

Il Franchi Affinity 3 Elite wood nella caccia alle starne a Valle di Fiordimonte

L’ambiente, prato stabile punteggiato da cespugli di ginepro e qualche roccia, è molto simile a quello della “mia” Val d’Intelvi, in provincia di Como e non lontano da casa mia, luoghi che frequento per tutta l’estate per sfuggire al caldo della pianura e per trovare un luogo idoneo per l’allenamento dei cani.

A causa della siccità, comunque, l’erba è bassa e offre ben poco riparo alle starne, che si concentrano nelle zone dove la vegetazione è più folta e tendono a sottrarsi di pedina sotto la ferma dei cani. Non passa molto tempo, infatti, prima che i due cani vadano in ferma, uno d’autorità e uno in consenso. Inizia una lunga guidata al cardiopalma, ma le starne sembrano scomparse.

Quando ormai abbiamo perso le speranze, uno dei due cani scatta in avanti e vediamo una brigata di cinque o sei starne frullare davanti a noi, ormai fuori tiro. Imparata la lezione, alla ferma successiva cambiamo strategia: mentre Paride serve i cani, io e Simone ci spostiamo sul lato, precedendoli leggermente e posizionandoci in un punto che stimiamo essere a metà strada tra il naso dei cani e le starne. La brigata frulla sempre a buona distanza, ma questa volta non eccessiva, consentendoci di abbatterne due. La mattina prosegue bene, con incontri frequenti e uno o due abbattimenti per ogni ferma, anche grazie a un cielo velato dalle nubi e a una leggera brezza da Nord che ci consente di cacciare senza risentire troppo delle temperature estive. Concludiamo la mattinata con quello che è stato, con ogni probabilità, l’incontro più emozionante della nostra cacciata.

Mentre costeggiamo il fianco di una montagna, a un’altitudine di 1.400 metri, circa, i cani scendono giù per la vallata, sparendo nei cespugli più folti. Pochi secondi dopo i collari Gps Benelli Caddy ci segnalano che i due cani sono in ferma a poche decine di metri più in basso. Iniziamo l’avvicinamento, scendendo per il pendio con cautela. Io mi sposto sulla destra, precedendo leggermente i cani, mentre Simone si posiziona dietro di loro.

Improvvisamente una brigata di una decina di starne frulla dal bordo del bosco, buttandosi verso il basso, alla nostra sinistra. Io e Simone spariamo all’unisono, abbattendo due starne, che finiscono sul fondo del canalone. L’azione si conclude con un recupero magistrale da parte dei cani, che ritrovano le starne nel folto della vegetazione e le riportano ai conduttori. Già dal loro comportamento, l’impressione è stata quella di avere a che fare con starne “vere”, ben ambientate sul territorio.

Guardando le starne abbattute, due maschi, abbiamo avuto la certezza di avere a che fare con animali che si trovavano sul territorio da un po’ di tempo, non certo liberati poche ore prima. Il piumaggio è folto, ben pigmentato, con un ferro di cavallo color ruggine ben marcato sul petto, mentre gli speroni sono appuntiti e il becco corto, segnali tipici di un animale ben ambientato. La giornata si è conclusa con una decina di starne abbattute tra me e Simone, tante belle azioni e un buon numero di chilometri percorsi, con oltre 250 metri di dislivello verticale complessivi.

Un’esperienza positiva, soprattutto grazie alla bellezza dei luoghi e alla qualità dei selvatici, che ci ha consentito di apprezzare a pieno le caratteristiche del fucile. Il Franchi Affinity 3 Elite wood si è dimostrato idoneo per la caccia vagante con il cane, specialmente in calibro 20, grazie al peso complessivo di 2.700 grammi, circa. La finitura della carcassa e della canna, ottenuta con trattamento Cerakote in colorazione Grey, è molto resistente sia agli agenti atmosferici sia alle abrasioni. La bindella dotata di step è utile a rialzare la linea di mira, consentendo una più rapida acquisizione del bersaglio e del mirino, che è bi-color, in fibra ottica rossa e verde, estremamente luminoso in qualsiasi condizione, anche nel bosco più folto. Il prezzo, 1.290 euro, risulta estremamente competitivo, adatto sia per il cacciatore neofita sia per quello più esperto ed esigente.

Franchi Affinity 3 Elite wood: scheda tecnica

  • Produttore: Franchi, via della Stazione 50, 61029 Urbino, tel. 0722.30.71, fax. 0722.30.72.06
  • Tipo: fucile semiautomatico ad anima liscia
  • Calibro: 20/76
  • Canna: lunga 660 o 710 mm, forata 15,8 mm, equipaggiata di strozzatori interni lunghi 50 mm (*, *** e *****)
  • Funzionamento: inerziale a testina rotante con due alette, molla di recupero avvolta sul serbatoio
  • Espulsore: a molla e puntone
  • Scatto: peso dichiarato di 2.500 grammi
  • Dispositivi di mira: in fibra bi-color verde e rosso; bindella con step ventilata in acciaio
  • Sicura: standard a traversino
  • Calcio e asta: in legno di noce selezionato di grado 2, finito a olio
  • Peso: 2.700 grammi
  • Materiali: canna in acciaio NiCrMo, legni in noce, carcassa in Ergal
  • Finiture: bascula e canna con finitura Cerakote, calcio finito a olio
  • Prezzo: 1.350 euro, Iva inclusa

Non perdere le ultime notizie di caccia e i test di ottichearmi e munizioni sul portale web di Caccia Magazine.