Sospeso il calendario venatorio dell’Abruzzo

calendario venatorio dell'Abruzzo: tortora prende il volo da ramo di un albero
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Il Tar ha sospeso il calendario venatorio dell’Abruzzo: la camera di consiglio è fissata all’8 settembre.

Il primo ricorso della stagione va a segno, almeno per ora: il Tar ha sospeso il calendario venatorio dell’Abruzzo fino all’8 settembre, data in cui è prevista la camera di consiglio. Umberto Realfonzo, presidente del tribunale, ritiene che la giunta Marsilio abbia “[reiterato] numerosi provvedimenti già sospesi” in passato e che dunque Wwf, Enpa, Lipu, Lav e Lndc abbiano ragione a chiedere un intervento urgente. Dunque saltano di sicuro l’apertura anticipata ai corvidi e alla tortora il 4 e il 5 settembre e l’addestramento cani dal 19 agosto.

La trama del ricorso

Tortora, quaglia, avifauna acquatica, addestramento cani, caccia alle foci dei fiumi e nelle aree contigue ai parchi: sono sei i temi su cui si articola il ricorso. Wwf, Enpa, Lipu, Lav e Lndc chiedono innanzitutto di sospendere la caccia alla tortora, visto che la Regione si è allontanata dalle indicazioni del governo “consentendo[la] in modo proditorio”. L’unico strumento per “ridurre il danno derivante dall’impatto venatorio resta la moratoria”; d’altra parte il Tar Veneto si è già espresso in questo senso.

Finiscono poi sotto accusa la caccia alla quaglia a settembre e a novembre (“incompatibile con la tutela minima”) e l’apertura agli acquatici (alzavola, beccaccino, canapiglia, codone, fischione, folaga, frullino, gallinella d’acqua, germano reale, marzaiola, mestolone, porciglione) il 19 settembre; l’Ispra aveva detto di non cominciare prima del 2 ottobre. Contestazione simile per l’avvio dell’addestramento cani: troppo presto il 19 agosto, per l’Ispra bisognava iniziare a settembre fissando peraltro limitazioni all’orario.

Col ricorso si chiede poi di ripristinare il divieto di caccia alle foci dei fiumi (500 metri dalla costa, 100 metri a destra e a sinistra degli assi fluviali) su tutto il territorio, non più solo in Sic e Zps; e di portare davanti alla Consulta la legge per cui può cacciare nelle aree contigue ai Parchi anche chi non vi ha la residenza anagrafica.

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