A maggioranza (astenute le opposizioni) il Senato ha approvato la legge che aggrava le pene per il maltrattamento degli animali; la caccia resta fuori dall’ambito d’applicazione.
La caccia resta fuori: approvando a maggioranza il medesimo testo uscito dalla Camera, il Senato ha stabilito definitivamente che nell’ambito d’applicazione della normativa che aggrava le pene per il maltrattamento degli animali, ai quali ora è riconosciuta una tutela giuridica autonoma, non rientrano le materie regolate da leggi speciali.
È l’effetto dell’emendamento che il centrodestra approvò alla Camera poco più di un anno fa: si legge che «i commi 1 e 2 [dell’articolo sui delitti contro gli animali] non si applicano ai casi previsti dall’articolo 19-ter delle disposizioni di coordinamento e transitorie per il codice penale», ossia a caccia, pesca, allevamento, trasporto, macellazione, sperimentazione scientifica, attività circense, giardini zoologici, manifestazioni storiche e culturali.
Per la Legambiente e il Wwf Italia la nuova legge è «un passo avanti», ma ha bisogno di un seguito: ora è necessario che il parlamento «completi la riforma recependo efficacemente i delitti contro la fauna selvatica e gli ecosistemi [secondo quanto] previsto dalla nuova direttiva europea per la tutela penale dell’ambiente».
Al centrodestra le due associazioni chiedono inoltre «coerenza e responsabilità anche in materia di caccia»: la riforma cui sta lavorando il governo è «inaccettabile, perché legalizza il bracconaggio […] ed elimina le principali tutele per gli animali selvatici, aumentando le diseguaglianze [tra loro] e gli animali d’affezione».
Sanzioni più pesanti
Dal comunicato di fine seduta si apprende che la nuova legge inasprisce le pene per l’uccisione, il maltrattamento, il traffico e l’abbandono di animali, come per i combattimenti e gli spettacoli vietati, e prevede aggravanti «per chi agisce con crudeltà, in presenza di minori» o diffonde le immagini online. Al divieto di tenere gli animali legati con catene s’abbinano sanzioni per la detenzione non adeguata.
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