Retay Masai Mara Adventure calibro 20: il test

Retay Masai Mara Adventure calibro 20 il test
© Simone Bertini

Il calibro 20 e la costruzione della meccanica e delle canne rendono il fucile semiautomatico Retay Masai Mara Adventure ottimo per l’impiego in tantissime situazioni.

Il mercato l’ha accolto favorevolmente e ne è stato incuriosito quanto ne fu dal suo fratello maggiore: il Retay Masai Mara Adventure calibro 20 ha confermato le impressioni positive riscontrate nella prova del calibro 12. La livrea nera e particolarmente filante lascia il segno; l’arma (a proposito: avete dato un’occhiata a tutti gli altri test di Caccia Magazine?), un fucile semiautomatico, possiede forme accattivanti, persino aggressive e nevrili. Il primo giudizio sulle forme estetiche e le proporzioni non può quindi essere che un apprezzamento, ancor più per questa versione in calibro 20. Appare indubbio che il fucile abbia tratto libera ispirazione, per usare un eufemismo, da una notissima azienda italiana; le similitudini sono evidenti in alcuni parti dell’arma, anche se Retay ha cercato di distinguersi in altri particolari.

La carcassa in ergal anodizzata nera è molto filante, grazie anche alla particolare strutturazione della parte superiore; la potremmo definire un ibrido fra la classica carcassa smussata nella parte posteriore e fra quei fucili che presentano un fodero. Già, perché il fodero è presente pur se incorporato alla canna.

Il lato destro presenta il nome del modello, “Masai Mara”, scritto in corsivo accanto a un simbolo identificativo; sulla parte sinistra della carcassa si legge la scritta “Retay Arms – Turkey”. La linea di demarcazione situata immediatamente dietro la finestra di scorrimento del tiretto dell’otturatore appare ben raccordata con il bordo posteriore del fodero, più gradevole sul lato destro che non in quello sinistro. La parte superiore è chiusa dal prolungamento della canna che va a innestarsi con un puntone sulla parte fissa dell’Ergal. Nella scheda tecnica si legge che l’upper receiver, il prolungamento della canna, è realizzato in acciaio Boehler fresato, mentre il lower receiver (il resto della bascula) in lega d’alluminio.

Retay Masai Mara Adventure: forme moderne e slanciate

Rovesciando l’arma si osserva la buona conformazione dell’elevatore fessurato; non ci sono inviti che facilitano il caricamento, ma l’introduzione delle cartucce risulta piuttosto agevole. È apprezzabile la presenza del tappo in alluminio anodizzato rosso all’interno del tubo serbatoio: fornisce un prezioso riferimento visivo quando il serbatoio risulta vuoto.

È articolata e meritevole di una descrizione accurata la zona della guardia che appare di forma molto moderna e slanciata; il caratteristico becco posteriore allunga il ponticello. Sul lato destro, in posizione consueta per un cacciatore italiano, si trovano il pulsante rotondo della sicura con avviso rosso di arma pronta allo sparo e il pulsante triangolare del cut-off, anch’esso con punto rosso di arma pronta a far fuoco. La novità che non ci si aspetta è data da un ulteriore piccolo pulsante rotondo e cromato localizzato nella parte ventrale dell’arma, fra il grilletto e il pulsante della sicura.

Tra i plus della gamma Masai Mara vi è infatti la possibilità di estrarre tutto il pacchetto di scatto, in alluminio e non in tecnopolimero, con un semplice gesto dopo aver premuto il pulsante e aver caricato il cane azionando la manetta dell’otturatore. Altrettanto rapido è il rimontaggio, dopo aver ovviamente premuto il pulsante di rilascio dell’otturatore per evitare che la leva fermo cartucce interferisca con il reinserimento del pacchetto di scatto. È tutto molto semplice e permette anche di rendere completamente inoffensiva l’arma; senza pacchetto di scatto non si può fare niente.

Retay Masai Mara Adventure: per tutte le condizioni climatiche e ambientali

Il grilletto, finitura acciaio, è facilmente raggiungibile e dalla corretta curvatura; la sua posizione arretrata all’interno della guardia lascia ampio spazio per l’ingresso delle dita, acciocché il fucile sia pienamente godibile anche nel periodo invernale quando si indossano dei guanti protettivi. La manetta di armamento, con finitura cromata, presenta un’estesa zigrinatura sulla superficie di contatto e si aziona con facilità grazie alla curvatura che accoglie la falange. Anche il pulsante di sgancio otturatore non fa difetto a questa regola, per via della superficie zigrinata. L’otturatore cromato è a contrasto di colore con il resto del fucile, completamente nero.

L’Adventure oggetto della prova presenta una calciatura polimerica nera, idonea all’utilizzo nelle più disparate condizioni ambientali e climatiche e non impaurita da graffi o piccoli colpi. L’impugnatura è a pistola, soluzione oramai adottata di default su ogni semiautomatico prodotto e commercializzato dalle varie aziende. La pistola risulta però aperta e non inquina la linea snella dell’arma, valorizzata anche dall’adozione di un’astina particolarmente sottile e filante. Grazie al sistema inerziale, i semiautomatici che ne sono dotati possono vantare qualche centimetro di giro vita in meno.

Retay Masai Mara Adventure: anatomico, ergonomico, moderno

Su impugnatura e astina è stato ricavato uno zigrino particolare, formato da una serie di linee parallele alla superficie di appoggio della coccia; non è male, il design si integra sufficientemente bene con il resto dell’arma. Da verificare, come sempre, la resa operativa, magari in quelle belle giornate uggiose. Sulla coccia compare la scritta “Retay” a ricordare l’identità aziendale.

L’astina possiede una forma moderna, specialmente nella parte centrale, quando si muove verso l’alto (verso la canna) sino quasi ad abbracciarla, per poi ridiscendere; la parte apicale, pur se attuale, è forse è il particolare che mi è piaciuto meno per via di una certa rigidità di linee. In compenso il cappellotto di chiusura, di forma allungata e munito di una comoda godronatura per l’azionamento, si impugna con praticità in condizioni operative. In testa reca l’asola per l’inserimento della maglietta portacinghia anteriore fornita nella dotazione di serie, al pari ovviamente di quella posteriore che si innesta sulla pala del calcio in un’apposita asola che sporge appena.

Nel kit in dotazione, decisamente completo, sono disponibili le piastrine per la regolazione di piega e vantaggio del fucile. La lop complessiva è di 365 millimetri, una scelta giusta: tutti possono riuscire a trovare una corretta posizione di imbracciata senza soverchia fatica. Ben realizzato il calciolo; ha uno spessore generoso (circa 2,5 centimetri) in poliuretano Microcell pieno. Guardandolo si nota la sua conformazione anatomica, dal momento che risulta smussato in alto, per evitare che si impigli nei vestiti durante la salita dell’arma alla spalla. Curiosa appare la distinzione della zigrinatura in due zone diverse: a squama di pesce nella parte sinistra, a righe orizzontali nella parte destra. La capacità dell’arma è limitata di legge a due colpi nel serbatoio (grazie a un riduttore in plastica) e a uno in camera di scoppio.

Retay Masai Mara Adventure: la gallery fotografica

Retay Masai Mara Adventure: infinito universo di possibilità venatorie

Il fodero è tutt’uno con la canna, denominata Marabored e realizzata in acciaio Bohler Antinit. In realtà la denominazione corretta dovrebbe essere acciaio Boelher Antinit, un tipo di acciaio ricco di cromo e virtualmente inossidabile, da sempre piuttosto quotato nel mondo armiero e spesso impiegato per la costruzione di canne di fucili pregiati.

Il Masai Mara Adventure calibro 20 in prova era equipaggiato con una canna lunga 71 centimetri (è disponibile anche in altre lunghezze), camerata magnum (76 millimetri); tutto si abbina all’enorme disponibilità di munizioni per il calibro cadetto e apre un infinito universo di possibilità venatorie. La canna dispone di un set completo da cinque strozzatori (cosa che purtroppo sta diventando sempre più inusuale) interni lunghi 7 centimetri denominati MaraPro Chokes; i valori di strozzatura sono Cylinder, Improved Cylinder, Modified, Improved Modified e Full.

Bella la chiave in dotazione per il montaggio e lo smontaggio degli strozzatori; è realizzata in metallo, dotata di pulisci-filetti e munita di una comoda impugnatura (traversino) per rimuovere anche gli strozzatori più inchiodati. La canna è sormontata da una bindella a ponticelli larghi (sette sull’esemplare in prova) larga circa 8 millimetri e rabescata antiriflesso; il mirino terminale è un visibilissimo pezzetto di fibra ottica di colore rosso della TruGlo.

Retay Masai Mara Adventure: meccanismi ultracollaudati

La geometria interna della canna Marabored prevede un’attenta configurazione, con un lungo cono di raccordo di circa 2,5” (più di 6 centimetri) seguito da una canna Overbored che sulla carta dovrebbe consentire un’ottima concentrazione dello sciame dei pallini e un rinculo ridotto. Il cinematismo del Masai Mara Adventure è l’Inertia System with Inertia Plus Rotating Bolt; vuol dire che si è in presenza di un otturatore a testina rotante (con due alette di chiusura) con funzionamento inerziale.

Il meccanismo è ultracollaudato e apprezzato dagli utilizzatori di fucili semiautomatici di tutto il mondo per via della rapidità di funzionamento e della precisione; su questo fucile si apprezza anche il fatto che l’otturatore vada sempre in chiusura, evitando quindi quei (pochi) problemi di malfunzionamento nei quali l’arma non può sparare perché non in perfetta chiusura. Ho provato diverse volte (anche simulando le prove degli americani quando danno un colpetto con il calciolo sul pavimento, più che sufficiente a spostare indietro l’otturatore), ma il fucile è sempre andato in chiusura grazie a un piccolo anellino situato nella parte posteriore dell’otturatore, laddove scorre la camma. Certamente apprezzato.

Sul prolungamento di canna, che altro non è che l’upper receiver o fodero, si nota l’espulsore a pistoncino che volendo si può smontare e pulire. L’ejector è costruito in acciaio per una migliore resistenza all’usura. La canna è testata a 1.500 bar; anche se dal punto di vista pratico poco o nulla cambia, guardiamo con interesse al tentativo sempre più diffuso di fornire un messaggio di sicurezza (ovviamente imprescindibile dalle norme usuali). Il consiglio rimane sempre quello di non esagerare mai con le eventuali cartucce ricaricate e di affidarvi primariamente al responso di un Banco di Prova ufficiale prima di lanciarvi in test spregiudicati.

Retay Masai Mara Adventure: candidato ideale per un test stressante

Malgrado la temperatura elevata sul campo, ho immediatamente apprezzato con benevolenza la maneggevolezza del Masai Mara Adventure in calibro 20. Il peso è di circa 2.860 chili con canna lunga 66 centimetri (la sola canna pesa 970 grammi); non è un valore bassissimo in senso assoluto, ma equilibrato per l’arma che dispone di solido metallo anche nel fodero. Il rilevamento e l’impennamento sono ridotti grazie al peso non proprio piuma; in ogni caso si resta abbondantemente sotto i 3 kg, quindi il fucile che può essere portato a spasso senza causare lamentele.

Le rosate sono state ottenute sparando alla distanza di 25 metri una cartuccia Baschieri & Pellagri calibro 20 caricata con 28 grammi di piombo numero 8 (strozzatore *** e *). Il rendimento balistico della canna Marabored appare buono e senz’altro meritevole di essere portato sul campo di caccia, nell’eterna sfida dell’uomo con il selvatico. L’espulsione è potente, lo scatto piuttosto netto e percepibile, grande la facilità di caricamento grazie a una corretta taratura delle molle; ottimo il bilanciamento, tanto che ritengo il Masai Mara Adventure (in calibro 12 o nella presente versione in calibro 20) un ideale candidato per un torture test, di quelli dove si sparano migliaia e migliaia di cartucce solo allo scopo di impegnare severamente la meccanica qui garantita cinque anni.

Prezzo basso ma non entry-level

Bella la valigetta personalizzata, ben rifinita e con serrature (una con chiave, in dotazione); si possono ulteriormente applicare dei lucchetti di sicurezza grazie a degli occhielli in plastica. Completano il quadro il libretto di istruzioni, un foglio per la garanzia, il set di piastrine per la modifica di piega e vantaggio, un flacone di olio, il set di strozzatori con relativa chiave; insomma c’è tutto quello che serve per uscire dall’armeria con il sorriso sulle labbra.

Costo: 990 euro. È difficile commentare questa cifra, anche se si sta parlando di un fucile costruito in Turchia. Si tratta di un fucile nuovo con diverse interessanti caratteristiche mantenute nel passaggio dal calibro superiore a quello inferiore (20). Tra l’altro la cifra riflette un prezzo molto basso ma non entry-level, a testimonianza che si è in presenza di un fucile più rifinito e in grado di rivelare (piacevoli) sorprese.

Retay Masai Mara Adventure: la scheda tecnica

  • Produttore: Retay
  • Modello: Masai Mara Adventure
  • Tipo: fucile semiautomatico da caccia
  • Chiusura: inerziale
  • Calibro: 20
  • Lunghezza canne: 660 – 710 mm (disponibili altre lunghezze)
  • Strozzatori: MaraProChokes interni (5) da 7 cm
  • Bindella: 8 mm, ventilata a ponticelli larghi e rabescata antiriflesso
  • Grilletto: finitura acciaio
  • Sicura: pulsante, reversibile e con avviso di arma pronta allo sparo
  • Calciatura: Abs, impugnatura a pistola
  • Finitura: anodizzazione nera
  • Peso: 2.860 g (canna da 660 mm)
  • Prezzo: 990 euro
  • Sito produttore: www.retayarms.com
  • Distributore: www.redolfiarmi.com / 030 9380140 / info@redolfiarmi.com

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