S’è quasi completato il puzzle dei calendari venatori regionali per la stagione 2025/2026.
L’intervento legislativo dello scorso dicembre un primo effetto intanto l’ha avuto: alla fine della seconda decade di giugno sono già pubblici quasi tutti i calendari venatori regionali. Ne mancano soltanto quattro, quelli di Valle d’Aosta (l’anno scorso arrivò il 22 luglio), Puglia (31 luglio), Molise (8 agosto) e Sardegna (22 agosto).
Quattordici regioni hanno già ufficializzato date e carnieri della stagione 2025/2026 (fissate tra i preferiti la pagina che li riepiloga, la aggiorneremo a ogni eventuale variazione lasciandoci soltanto l’ultima versione del calendario); il conto torna pari se ci s’aggiunge la Provincia autonoma di Trento, e se si considera che in Friuli Venezia Giulia è una legge, la 24/96, a definire il calendario, rigido anche in Alto Adige.
La legge 157/92 fissa al 15 giugno la scadenza per la pubblicazione dei calendari, ma negli anni le giunte regionali hanno spesso considerato il termine come un suggerimento blando. Ora la situazione è cambiata, e la motivazione è trasparente: la nuova formulazione dell’articolo 18, modificato dall’ultima legge di bilancio, riduce a trenta giorni il termine per l’eventuale ricorso al Tar. Avendo anticipato la pubblicazione, le giunte contano d’avere tempo per garantire lo svolgimento regolare della stagione anche nell’eventualità d’una decisione sfavorevole.
Certo, un pericolo resta intatto: anche se le associazioni di protezione ambientale devono presentarglielo entro la metà di luglio, non è detto che il Tar non esamini il ricorso a ridosso dell’avvio della stagione. Rispetto al passato però adesso i cacciatori possono contare su una clausola di salvaguardia: la legge dispone che, fino alla sentenza di merito, in caso di sospensione cautelare torni in vigore il calendario venatorio della stagione precedente, o comunque l’ultimo valido.
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