Piano di gestione dell’allodola: la lettera del governo

piano di gestione dell'allodola: allodola sul ramo di un albero
© Menno Schaefer / shutterstock

Il ministero della Transizione ecologica chiede alle Regioni tutti i dati sugli obiettivi previsti dal piano di gestione dell’allodola. Attuare le misure richieste è indispensabile per mantenere aperta la caccia ed evitare che la Commissione europea apra una procedura d’infrazione.

Non c’è solo la tortora: perché l’Ispra approvi i prossimi calendari venatori è fondamentale seguire anche il piano di gestione dell’allodola. E a quanto fa sapere il governo le Regioni sono indietro. Al momento, scrive il ministero della Transizione ecologica, “non risultano progressi adeguati”. Si riscontra infatti “la quasi totale assenza d’informazioni sul miglioramento degli habitat”, primo dei tre obiettivi previsti dal piano.

Poco si può dire anche del secondo obiettivo, la sostenibilità del prelievo venatorio. “Duole constatare” si legge “che per gli anni 2018-2020 i dati sono pervenuti da sole cinque Regioni”. Alcune non hanno neppure trasmesso i dati sulla vigilanza. E visto che la sostenibilità del carniere (10 prelievi giornalieri, 50 stagionali) è valutabile “solo con un’esaustiva raccolta ed elaborazione dati”, diventa difficile identificare l’impatto della caccia.

Ecco perché il governo sollecita le Regioni e le Province di Trento e di Bolzano a trasmettere i dati su tutti e tre gli obiettivi previsti dal piano – il terzo riguarda conoscenze più profonde sulla specie. Attuare le misure richieste è essenziale per mantenere aperta la caccia all’allodola ed evitare che la Commissione europea apra una procedura d’infrazione.

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