Peste suina africana: «Cruciale il ruolo dei cacciatori»

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© Martin Prochazkacz

Face, la federazione delle associazioni venatorie europee, si mette a disposizione delle istituzioni per combattere la peste suina africana. Ma perché la battaglia possa avere esito positivo, è fondamentale che i cacciatori siano dotati di strumenti idonei.

Quando si parla di peste suina africana, i cacciatori sono «gli occhi e le orecchie» aperti sui cinghiali e sulla natura tutta. Parola di Torbjörn Larsson, presidente Face, che ha approfittato di una conferenza in Germania assieme ai rappresentanti delle istituzioni per ribadire il ruolo della caccia nel combattere la diffusione dell’Asf. Per esperienza e presidio del territorio, i cacciatori «hanno una posizione chiave» nel contenere la diffusione del virus, per il quale non esiste vaccino. Ma, prosegue Larsson, hanno bisogno che le autorità forniscano loro gli strumenti idonei per agire al meglio. La peste suina africana non è trasmissibile all’uomo, ma può comportare ingenti danni economici agli allevamenti di suini. E, oltre che dal contatto con i cinghiali infetti, la trasmissione della malattia può essere provocata anche da vettori meccanici, come le scarpe o gli abiti dei cacciatori. Ecco perché il rispetto delle procedure è fondamentale.

«Il controllo e l’eradicazione della peste suina africana rappresentano una delle priorità dell’Unione europea», fa sapere, fonte Face, il lituano Vytenis Andriukaitis, commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare. La diffusione dell’Asf è infatti un rischio sia per settori economici cruciali sia per la popolazione di cinghiali in Europa. È dunque fondamentale, sottolinea Andriukaitis, che ogni cacciatore eviti quei comportamenti che possono far girare il virus. «I cacciatori ricoprono un ruolo cruciale in questa battaglia». E possono «fare la differenza» nel suo esito.

Sensibilizzazione e consapevolezza che la peste suina africana non conosce confini politici: la vittoria o la sconfitta passano da qui secondo Julia Klöckner, ministro dell’Agricoltura del governo Merkel. Perché il virus sia contenuto e alla fine debellato, è pertanto fondamentale «la cooperazione internazionale». A tutti i livelli.