Il commissario straordinario alla peste suina africana ha autorizzato la caccia al cinghiale in buona parte dei territori del Piemonte inseriti nella zona di restrizione 1.
Resta esclusa soltanto la provincia di Cuneo, il più grande distretto suinicolo del territorio, che dunque richiede maggior cautela; nelle altre province del Piemonte coinvolte (Alessandria, Asti, Novara, Torino e Vercelli) Giovanni Filippini, il commissario straordinario alla peste suina africana, ha autorizzato la caccia al cinghiale anche nella zona di restrizione 1, quella che circonda la zona infetta.
In parallelo, anche nel Cuneese, restano attive le operazioni di controllo a fini di depopolamento, che proseguiranno anche a stagione finita; possono parteciparci, in girata, fino a quindici persone e tre cani.
Lo si apprende da una nota diffusa dalla Regione dopo l’incontro tra Filippini, Alberto Cirio e Paolo Bongioanni, rispettivamente presidente della giunta e assessore all’Agricoltura. Col nuovo paradigma, si legge, si intende «continuare l’opera di contenimento del contagio all’interno di aree rigidamente controllate, e rafforzare l’azione di depopolamento». Le recinzioni, dice Cirio, si sono rivelate «un metodo incompatibile con la situazione orografica del territorio» piemontese.
«Affinché si possa raggiungere un effetto positivo sulla densità della popolazione dei cinghiali» raccomanda Filippini «il carniere deve avere come obiettivo almeno il 150% dei prelievi effettuati nella stagione che precede l’istituzione delle restrizioni».
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