Enpa, Lav, Lipu, Lndc e Wwf invitano la Regione Umbria a dar seguito all’ordinanza del Consiglio di Stato, e anticipare la chiusura della caccia a beccaccia, cesena, tordo bottaccio e tordo sassello.
La controversia sulla data di chiusura della caccia in Umbria rischia di trascinarsi ben oltre la fine della stagione: dando notizia d’aver inviato una diffida alla giunta regionale, Enpa, Lav, Lipu, Lndc e Wwf promettono che «continueranno a presidiare gli interessi collettivi, denunciando in tutte le sedi questi abusi sempre più frequenti»; ne danno la responsabilità principale al mondo venatorio, «che ha raggiunto livelli di estremismo senza precedenti».
È curioso, pressoché inedito, l’appello ai cacciatori: le associazioni ambientaliste li invitano a smettere «di fare affidamento su chi – dannoso, incompetente, inaffidabile – per ottenere consenso e potere è disposto a esporli a rischi e sanzioni».
Al centro della discussione c’è l’ordinanza con cui il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso contro il calendario venatorio regionale: si può applicare oppure no l’ultima formulazione dell’articolo 18 della legge sulla caccia, che riporta in vigore le disposizioni della stagione precedente?
Per Enpa, Lav, Lipu, Lndc e Wwf è necessario che la Regione Umbria smetta di «dare ascolto ai soliti dirigenti venatori, che hanno dimostrato di essere ubriachi di potere al punto di prendersi gioco delle istituzioni e delle norme».
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