Peste suina: le raccomandazioni della Commissione europea

peste suina: cinghiale col muso nell'erba
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Su indicazione della Commissione europea, Berlino ha ospitato una conferenza sulla peste suina. Ne sono emerse indicazioni precise per contenere la diffusione della malattia.

La si affronta solo se ci si coordina a livello europeo, si condividono e si diffondono le informazioni, si mettono in atto politiche adeguate: è curioso notare come formalmente le conclusioni della Conferenza di Berlino sulla peste suina africana coincidano in parte con quelle emerse dal summit contemporaneo sulla Libia cui è stato comprensibilmente dato maggior risalto. Ma non è stato l’unico incontro tecnico-politico in programma nella capitale tedesca. La Commissione europea ha per l’appunto organizzato una riunione sulla PSA cui, oltre ai portatori d’interesse e alle organizzazioni internazionali, hanno preso parte alcune autorità europee, su tutte Stella Kyriakides, commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, e Julia Klöckner, ministro del cibo e dell’agricoltura del quarto governo Merkel.

Peste suina africana: le conclusioni della Conferenza di Berlino

Dalle conclusioni della conferenza è emersa una serie di linee guida, presentate dalla dirigente Ue Anne Bucher e consultabili in lingua originale sul sito della Commissione.

Per evitare che la peste suina si diffonda è necessario intraprendere una serie di azioni globali. Le rendono possibili solo una comunicazione efficace e una collaborazione autentica tra tutti i portatori d’interesse. Solo le si condividono le pratiche migliori e un approccio comune si possono circoscrivere i focolai d’infezione. È pertanto prioritario migliorare il coordinamento e la cooperazione tra tutti i portatori d’interesse: cacciatori, non solo di cinghiale, allevatori, veterinari, gestori del territorio. Si tratta di una condizione necessaria per applicare le più appropriate misure di biosicurezza e favorire lo sviluppo di politiche adeguate a seconda delle zone.

In contemporanea è necessario alzare il grado di consapevolezza generale sulla peste suina africana: bisogna pensare a campagne specifiche e strategie di comunicazione del rischio. È inoltre utile incrementare la trasparenza delle istituzioni e la fiducia dei cittadini: la collaborazione con le autorità è cruciale per evitare viaggi a rischio a giro per l’Europa. A giro devono andare invece le informazioni, anche quelle più tecniche. La collaborazione scientifica internazionale è imprescindibile nel difficile tentativo di sviluppare un vaccino per la peste suina africana. Nel frattempo, è fondamentale garantire reciproca assistenza tra i Paesi in caso di focolai di peste suina.

Su Caccia Magazine è possibile capire come debbano comportarsi i cacciatori per contenere la diffusione della peste suina.