Alessandro Caramiello, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Agricoltura alla Camera, chiede al ministro Lollobrigida di fare chiarezza sulla gestione dell’Enci e della società Enci servizi.
Nelle presunte opacità nella gestione dell’Enci le opposizioni stanno provando a incunearsi, con l’obiettivo di mettere in difficoltà il governo Meloni: dopo le tante del Partito democratico, che ha più volte – e vanamente – chiesto il commissariamento, qualche giorno prima della Pasqua gli uffici della commissione Agricoltura della Camera si sono visti recapitare un’interrogazione del Movimento 5 Stelle, nella quale Alessandro Caramiello chiede al ministro Lollobrigida, titolare delle deleghe all’Agricoltura, di muoversi per «prevenire conflitti di interesse e promuovere la trasparenza».
Sono tre gli argomenti sui quali Caramiello chiede chiarezza: i primi due hanno a che fare con i rapporti interni all’Enci («alcuni soci hanno chiesto l’accesso ai documenti contabili, possibilità negata»; e «il consiglio ha messo in atto azioni disciplinari contro membri dissenzienti, come la sospensione cautelativa di figure di spicco, per evitare controlli sulle [proprie] decisioni»).
Il terzo porta alla luce il salvataggio della società Skorpio e la sua trasformazione in Enci Servizi, che «si occupa di tutte le attività legate alla cinofilia, per un valore di circa 10 milioni di euro annui, senza che i soci dell’Enci possano esercitare un controllo: sono solo cinque persone [ad approvare] il bilancio».
Caramiello evidenzia «un presunto conflitto d’interessi», perché ad amministrare Enci Servizi si trova «chi dovrebbe controllarla», i maggiori costi e un possibile rischio: s’intravede la possibilità che l’Enci trasferisca alla nuova società «tutte le attività operative», e mantenga «solo la gestione del libro genealogico, il cui valore medio è insufficiente a coprire le spese di gestione».
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