Dopo la sentenza del Tar della Lombardia che ha imposto il divieto di caccia su tutti i 475 valichi montani interessati dalle rotte migratorie, Floriano Massardi (Lega) chiede al governo Meloni di intervenire con un decreto legge.
Per porre rimedio agli effetti di una sentenza «insensata nel merito e nel metodo», che «compromette qualsiasi forma di pianificazione venatoria seria ed equilibrata», il ricorso al Consiglio di Stato (comunque «necessario e urgente») può non bastare: pertanto Floriano Massardi, consigliere regionale della Lega in Lombardia, chiede al governo Meloni di intervenire con un decreto legge, che ritiene «indispensabile e indifferibile» considerato il divieto di caccia automatico in prossimità (il raggio si estende per un chilometro) dei 475 valichi montani interessati dalle rotte migratorie. La sentenza del Tar («sconcertante») rischia infatti di costituire «un precedente devastante per tutto il mondo venatorio».
Per Massardi, che segnala che il divieto in prossimità dei valichi montani è tipico soltanto dell’Italia, non ci si può appellare al principio di precauzione «per cancellare la caccia da gran parte del territorio montano della Lombardia»: in questo modo «si sconvolge qualsiasi tipo di pianificazione nelle zone in cui la caccia è maggiormente radicata», e si pregiudica l’attività di contenimento della peste suina africana.
Alla base dell’errore c’è, chiude Massardi, un’interpretazione «estensiva e irragionevole dell’istruttoria dell’Ispra»: di fatto si classifica come valico di rilevanza migratoria «qualsiasi punto in cui si trovi un roccolo o un appostamento fisso».
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