Le potenzialità delle zone addestramento cani

Le potenzialità delle zone addestramento cani

Sono tante le potenzialità delle zone addestramento cani, non solo in funzione della loro utilità cinofila, ma anche in base alla loro capacità di promuovere il nostro mondo e le sinergie tra quest’ultimo e il territorio che le ospita.

La stagione della caccia alla lepre, in molte realtà italiane, ha subito negli ultimi anni un’importante contrazione in termini di uscite messe a disposizione degli appassionati. Tale scelta, sicuramente dolorosa, si è resa in più di un caso indispensabile per provare a fare in modo che, al termine del periodo venatorio, sia ancora presente sul terreno di caccia un numero di lepri sufficiente per far sperare nel futuro della nostra passione.

Accorciare la stagione di caccia diventa spesso inevitabile, anche in considerazione del fatto che le importazioni di lepri dai paesi dell’Est Europa diventeranno sempre più complicate negli anni a venire. Dovremmo anche considerare il fatto che perfino le operazioni di ripopolamento con selvatici autoctoni potrebbero diventare sempre meno realizzabili. Ciò in considerazione di una molteplicità di fattori, quali ad esempio il notevole innalzamento dell’età media dei cacciatori italiani e la conseguente difficoltà nel reperire volontariato e manodopera indispensabili per gestire le zone di ripopolamento e per effettuare le operazioni di cattura.

Accorciare la stagione di caccia, come si accennava, è senza dubbio una scelta dolorosa, anche se talvolta inevitabile. E per rendere meno amara questa condizione non ci resta forse che puntare, congiuntamente alla caccia, anche sulla cinofilia.

Zone addestramento cani per ogni esigenza

Saggiamente, in alcune realtà italiane, negli ultimi anni è stata data facoltà agli amanti del cane da seguita di continuare a uscire in campagna con i propri inseguitori una volta terminata la stagione venatoria, offrendo loro la possibilità di allenare fino alla fine del mese di dicembre.

Dal mese di gennaio, invece, una delle soluzioni cui si ricorre maggiormente per addestrare le giovani leve e mantenere in allenamento i cani adulti è rappresentata dalle zone di addestramento cani. Il segugio, nell’espletamento delle sue azioni venatorie, svolge un’attività fisica che lo accomuna a un atleta di qualsiasi disciplina sportiva. Pertanto diventa inimmaginabile pensare di poter assistere a prestazioni superiori alla media se i soggetti da cui ci attenderemmo simili perfomance non sono adeguatamente allenati.

Tale considerazione si applica al segugio da caccia e diventa ancora più fondamentale quando si parla di cani da seguita che abbiano velleità agonistiche. Al segugio da prove viene infatti richiesto di esprimere il massimo del suo potenziale nel corso di un turno di modesta durata.

Una palestra per i giovani segugi

Un discorso analogo vale anche per il tema dell’addestramento. Talvolta la frenesia della caccia sconsiglia di aggiungere alla compagine dei giovani allievi. Ciò in quanto il rischio è quello che il canettiere non possa assicurare loro la giusta attenzione e assistenza. Il campo di allenamento, in questo caso, può essere una valida soluzione per cercare di far sbocciare i giovani pupilli, scoprendone ed esaltandone, con la dovuta calma, tutte le peculiarità di cui dispongono.

L’indice di densità della lepre all’interno di una zona di addestramento, l’indice di densità degli animali diversi dalla lepre e la conformazione del territorio sono solo alcuni dei fattori che un buon canettiere potrà prendere in considerazione per scegliere la zona di addestramento che meglio risponda alle sue esigenze. Meno ungulati, qualche lepre in più e zone in cui orografia e vegetazione consentano al canettiere di controllare meglio i cani sono delle buone soluzioni per i soggetti giovani. I cani più esperti possono essere invece mantenuti in allenamento anche in zone più selettive, dove le difficoltà sono pari a quelle del terreno di caccia.

Poche chiare regole alla base del funzionamento

Affinché una zona cinofila assolva al meglio al suo compito, è cruciale che il suo funzionamento si basi su di un regolamento di accesso semplice, ma che al tempo stesso venga rigorosamente rispettato da tutti coloro che vi accedono. Ciò per fare in modo che i comportamenti messi in atto da un canettiere durante l’attività di addestramento consentano allo stesso di svolgere la sua attività in modo efficace e soddisfacente. Nel contempo non devono impedire di assicurare il medesimo risultato anche agli altri canettieri che occupano la stessa zona.

Limitare gli accessi giornalieri, tenendo conto della capacità di carico di una zona è senza dubbio un aspetto cruciale. Assegnare giornate fisse per l’addestramento, definire la durata dei turni e l’orario di sciolta sono tutte soluzioni che normalmente consentono di sfruttare al meglio le potenzialità di una zona cinofila.

Cruciale diventa poi il comportamento messo in atto dai fruitori della zona nei confronti dei proprietari terrieri, dei coltivatori e più in generale di tutta la popolazione residente nell’area di costituzione di una zona di addestramento. Un atteggiamento rispettoso ed educato è fondamentale affinché l’impatto dell’attività di addestramento sui terreni della zona cinofila risulti minimo se non del tutto trascurabile. Tutte condizioni essenziali affinché la zona di addestramento trovi consenso sul suo territorio.

Un’occasione per promuovere il nostro mondo

Le zone di addestramento cani hanno inoltre tutta una serie di ulteriori finalità non necessariamente secondarie rispetto a quella precipua di avviare e tenere in allenamento i cani da seguita. Quando regna la giusta armonia tra tutti i soggetti ammessi, questi istituti possono infatti offrire un momento d’incontro e di convivialità. Non è inoltre infrequente assistere a dibattiti, prove sul campo, analisi e confronti nati per esempio osservando il differente comportamento di due diverse mute.

Una Zac può inoltre portare all’attenzione di un pubblico di buon livello un soggetto con qualità importanti, che magari diversamente sarebbe rimasto lontano dalle luci della ribalta.

Le zone di addestramento si prestano anche a ulteriori scopi che esulano da quelli meramente cinofili, ma che, se ben compresi, sono in grado di assicurare un roseo futuro al nostro mondo. Mi riferisco principalmente a due obiettivi cui possono assolvere le zone di addestramento cani. Il primo è quello di migliorare l’immagine della caccia al cospetto di quella che solitamente definisco la popolazione civile, mentre il secondo è quello di contribuire al sostentamento dell’economia delle aree rurali.

E non dobbiamo dimenticare che i territori in cui solitamente vengono costituite le zone cinofile sono gli stessi in cui spesso si recano escursionisti, biker, famiglie in cerca di relax e di una camminata ristoratrice. L’occasione si rivela spesso ideale per intavolare un discorso amichevole con queste persone, dimostrando loro con i fatti l’attenzione che gli appassionati segugisti manifestano per i loro cani. L’assenza del fucile ridurrà le distanze comunicative nei confronti di queste persone cui, in ogni caso, si potrà presentare anche una visione della caccia al passo coi tempi, sostenibile e capace di conservare gli equilibri di ogni ecosistema.

Un sostegno per il territorio

Non illudiamoci di fare breccia negli animi di tutti i passanti, ma se ci dimostreremo preparati e convinti delle nostre argomentazioni, condizione peraltro che non impone nessun genere di bluff, avremo sicuramente l’opportunità di catturare l’attenzione di una buona fetta dei nostri contatti.

A quanti invece si dimostreranno avversi per partito preso alla caccia, e magari anche alla cinofilia, andrebbe ricordato che una zona cinofila può contribuire al sostentamento economico di un territorio rurale. Gli integralisti animalisti difficilmente capiranno o fingeranno scientemente di non recepire queste argomentazioni, ma sappiamo bene che la realtà è ben altra. Una zona di addestramento cani che funziona può trasformarsi in uno strumento di promozione e valorizzazione del territorio che la ospita.

Potremmo in tal senso spingerci a ipotizzare una forma di turismo ecosostenibile, capace di raccogliere i frutti del territorio senza depredarlo. Molti cinofili, spostandosi per allenare i propri segugi, si recano infatti in territori che magari non avrebbero mai conosciuto e che sicuramente non avrebbero mai frequentato così assiduamente. Una colazione al mattino e un pranzo al termine dell’allenamento possono essere l’esigenza minima del canettiere utilizzatore di una zona cinofila. Se il fruitore della zona di addestramento risiede a notevole distanza, può anche decidere di anticipare la partenza, pernottando sul territorio la sera antecedente alla sciolta. Ed ecco quindi che si sostengono anche le strutture ricettive.

Tutto ciò dimostra come una zona di addestramento può essere in grado di sviluppare ottime sinergie con il territorio che la ospita. E forse questa è l’ennesima chiave per valorizzare il nostro amato inseguitore, con buona pace di chi invece lo vorrebbe osteggiare.

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