Il governo impugna la legge sulla caccia in Lombardia

Governo impugna la legge sulla caccia in Lombardia: facciata di palazzo chigi
© Marco Rubino / shutterstock

Su proposta del ministro Boccia, il governo ha impugnato la nuova legge sulla caccia in Lombardia.

Alla fine si è arrivati allo scontro: il governo impugna la nuova legge sulla caccia in Lombardia, visori notturni per la caccia di selezione al cinghiale e il resto.

Il governo contesta (tutti i nodi riguardano la legge 13/2020, primo comma dell’articolo 8, che modifica la 26/1993):

  1. la possibilità di ampliare il carniere giornaliero di selvaggina migratoria (lettera e);
  2. il divieto di rimuovere l’appostamento fisso se cause di forza maggiore impediscono al titolare di rinnovare l’autorizzazione (lettera f);
  3. i nuovi termini d’iscrizione agli Atc (lettera i);
  4. la possibilità di ampliare il numero dei cacciatori originariamente ammessi ad Atc e comprensori alpini (lettera j)
  5. il periodo di caccia alla beccaccia, per legge (e non per un atto amministrativo come il calendario) estesa fino al 31 gennaio (lettera n);
  6. le date per la caccia di selezione agli ungulati (lettera o), che ritiene non debbano essere definite per legge;
  7. l’impiego di visori notturni per la caccia di selezione al cinghiale (lettera p). Al tema è dedicato l’articolo di apertura di Caccia Magazine agosto 2020, in edicola dalla scorsa settimana.

Il governo ritiene che questi sette punti violino l’articolo 117 della Costituzione sulla potestà esclusiva dello Stato in materia di ambiente. A sciogliere il nodo sarà dunque chiamata la Corte costituzionale.

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