Cinofilia venatoria: la beccaccia e il cane

Cinofilia venatoria la beccaccia e il cane

La beccaccia insegna al cane, lui insegna a noi. Perché va da sé che il cacciatore porterà il cane su terreni vocati alla beccaccia. Ma il resto lo farà la beccaccia. Ognuna con le sue strategie cui il cane risponderà sul terreno di caccia imparando volta dopo volta.

La beccaccia insegna al cane e lui insegna a noi. Non vi torna? Premesso che nella selezione, nell’addestramento, nella fase dello sviluppo psicofisico dell’ausiliare il ruolo umano dell’appassionato cinofilo è fondamentale. Premesso che il cacciatore porterà il cane su terreni vocati alla beccaccia, ovviamente. Bene, premesso tutto questo il resto lo farà la beccaccia.

Ognuna diversa dall’altra, in termini di comportamenti individuali. Ognuna con le sue strategie, diverse se il cane incontrerà un soggetto giovane non ancora esperto di “rumori” venatori o un adulto di più generazioni, sicuramente smaliziato. Una beccaccia appena arrivata in migrazione potrebbe essere stanca e reggerà, forse, meglio la ferma. Oppure, innervosita dal clima e dalla scarsità di cibo, se ne andrà prima di ogni contatto.

Bisogna essere armati di pazienza

Questa variegata complessità nelle risposte comportamentali della regina durante l’atto venatorio dovrebbe dare a noi cacciatori la pazienza necessaria per accettare ogni insuccesso dei nostri ausiliari. Allo stesso tempo dovremmo apprezzare ogni loro piccolo passo avanti, specie di quei cuccioloni che nelle nostre montagne fanno molta fatica a costruirsi.

Lo sappiamo bene, i punti critici sono diversi: molte uscite a vuoto, emanazioni di ungulati, irrazionalità climatiche. Tutti fattori che contribuiscono a rendere abbastanza difficile quell’incontro di alto valore didattico con la beccaccia. Ossia con un un uccello calmo, in una giornata favorevole come temperatura e venti, con terreno ben preparato e condizioni vegetative che consentano la possibilità di verificare il nostro cane nelle rimesse. Dimentichiamoci fischietti, collari correttivi, urla e ansie. Lasciamo che accada quello che deve accadere, cioè che, attraverso errori di ogni genere, il nostro cane capisca di avere a che fare con un animale particolarmente elusivo, seduttivo, sospettoso.

Il potenziale della psiche canina

Qui entrano in gioco le capacità della psiche canina. La potenza meccanica e quella olfattiva sono importanti, lo sappiamo, ma quello che forse conta più di tutto in questa ricerca della regina è la psiche del cane. I suoi ragionamenti che si costruiscono con tanta esperienza, accumulando tutti gli errori e le beffe possibili. Chiaramente il cacciatore lo inciterà con tutta la dolcezza, la fermezza e la passione a insistere, come per fargli comprendere che, al di là di ogni difficoltà ed errore, la ferma con “lei” presente è la nostra finalità. E poi, ma solo poi, decidere di sparare.

Ogni azione di caccia è differente

Ogni azione di caccia alla beccaccia risulta diversa e per certi aspetti differente. Non esiste altro selvatico che disponga di così tante soluzioni per sottrarsi al nostro ausiliare. Per questo motivo il cosiddetto ragionamento del cane si forma con più fatica e abbisogna di maggior tempo. Si chiama maturità, ossia la sua capacità di assorbire, codificare e interagire dinanzi alle continue sorprese che la beccaccia apparecchia per i nostri compagni di caccia.

I cani lo sanno? Diciamo che i cani lo sapranno imparando a loro spese. Noi dobbiamo accompagnarli con pazienza tenendo sempre ben presente il significato di una corretta azione cinegetica, nel rispetto dello standard di ogni razza canina impiegata. Gli insuccessi che possono andare dallo sfrullo, al trascuro e così via saranno piano piano compensati da un atteggiamento più prudente e consapevole. Così come sarà necessario che la psiche cataloghi e archivi ogni contatto olfattivo con le condizioni di umidità e di odori terzi dell’habitat che si perlustra. Ci vuole tempo, ma spesso avviene anche abbastanza in fretta.

Tanta gavetta

L’incontro didattico con la beccaccia giusta, nel posto giusto e al momento psicofisico giusto consente al giovane cane di bruciare le tappe. Ma il vero cane da beccacce, quel soggetto che in relazione alle diversità di habitat e clima sa dove andare a cercarla, si crea nel tempo; dopo tanta gavetta. Nostra e loro. Ricordiamocelo sempre, cerchiamo di entrare nel bosco con lo stupore degli allievi. A ogni età, anche la nostra. Gli insegnamenti della regina saranno ogni volta sempre più sorprendenti, così come il linguaggio del cane sarà sempre più evoluto e comprensibile. Anche questo fa parte del mistero che rende la nostra caccia una meraviglia infinita.

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