Calendario venatorio della Calabria: la sentenza del Tar

Calendario venatorio della Calabria: cacciatore con fucile
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Il Tar non accoglie il ricorso sul calendario venatorio della Calabria 2020/2021. L’atto finale avrà luogo a Roma, nel momento in cui il Tar del Lazio si esprimerà sulle Linee guida nazionali per la valutazione d’incidenza.

In attesa che il Tar del Lazio si esprima sulle Linee guida nazionali per la valutazione d’incidenza, il calendario venatorio della Calabria 2020/2021 è in cassaforte. (E sì, è bene decidere anche se l’effetto è esaurito; il Tar ritiene utile prendere posizione, in modo che “l’amministrazione possa tenerne conto in futuro”). Il Tar della Calabria ha infatti respinto il ricorso di Wwf e Lipu contro la Regione cui si era affiancata Federcaccia. Oltre all’obbligatorietà della valutazione d’incidenza, erano sostanzialmente due le questioni in sospeso dopo che la giunta si era conformata alla decisione cautelare di fine settembre: c’era da decidere sulla proroga del piano faunistico-venatorio e sulla difformità del calendario dal parere Ispra.

Ebbene, il Tar ha ribadito che il piano faunistico-venatorio regionale conserva la propria efficacia fino all’approvazione del piano successivo, anche dopo la scadenza quinquennale; peraltro la legge rende possibile ma non impone la revisione dopo cinque anni. E se la motiva a fondo, la Regione può approvare un calendario difforme dal parere dell’Ispra che per legge è obbligatorio ma non vincolante.

Giuseppe Giordano, presidente della Federcaccia calabrese, invita ora la Regione a «lavorare alacremente e in stretta relazione con il mondo venatorio, per fare in modo che la stagione 2021-2022» sia il più serena possibile. È un obiettivo «cui anche questa sentenza prelude».

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