Caccia e angolo di sito

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Quando si spara non bisogna mai sottovalutare l’impatto di angolo di sito e vento, soprattutto quando le distanze si allungano.

La caduta della palla è determinata dalla sua perdita di velocità, dovuta al fatto che non vi è più spinta dal momento in cui lascia la canna del fucile e alla resistenza che l’ogiva incontra nell’attraversare l’aria. Ma c’è un altro fattore che incide e che lo fa in modo molto rilevante: la forza di gravità, cioè l’attrazione di un corpo verso la Terra, che agisce sulla palla solo per la proiezione del tiro sull’asse terrestre. Quindi in un tiro angolato, che avvenga verso l’alto o verso il basso, la palla andrà inequivocabilmente più alta rispetto al punto preventivato, per il semplice fatto che ci sarà una porzione inferiore di Terra (intesa proprio come pianeta) che attira l’ogiva verso se stessa. Diventa quindi indispensabile sparare tenendo in considerazione il cosiddetto angolo di sito.

Per fare un esempio pratico anche se volutamente esagerato, tirando a 400 metri con un’inclinazione di 45° (angolo di sito), la proiezione dell’asse (e quindi l’influenza della forza di gravità) sarà di 282 metri. A prescindere da quanto questa condizione sia abbastanza irrealistica (tirare a 400 metri non è alla portata di tutti e farlo con un angolo di 45° è improponibile nella realtà dei fatti), se mai capitasse e non tenessimo conto di questo fattore sbaglieremmo il nostro bersaglio, passandogli sopra di circa 50 centimetri. L’effetto della forza di gravità è talmente fondamentale da essere preponderante sul resto: se sparassimo a un bersaglio qualsiasi al netto dell’angolo di sito, lo colpiremo con ottima approssimazione a prescindere dagli altri fattori esterni come l’umidità.

Un calcolo quasi impossibile

Anche gli sbalzi di luce possono influire sul punto di impatto: non però per fenomeni di deviazione della traiettoria, ma per alcuni effetti di rifrazione nell’ottica. Se il sole è a destra il colpo andrà a sinistra, e viceversa; se la luce cala il colpo tendenzialmente andrà basso, se la luce è piena il colpo sarà giusto o alto. Comunque i fenomeni di rifrazione hanno importanza solo nel tiro: a caccia lo scostamento è troppo contenuto per essere un problema reale. E dunque non offrono un alibi credibile per un’eventuale padella.

Lo scostamento laterale è dovuto al vento; per calcolarlo esistono delle formule, tanto corrette dal punto di vista fisico quanto di difficile applicazione nella pratica. Contano infatti sia l’intensità del vento, cioè la sua forza, sia la sua angolazione: se il vento è perfettamente perpendicolare, l’effetto sull’ogiva sarà massimo; se invece fosse perfettamente dritto, poco importa se alle spalle o di fronte. l’effetto sarà nullo. Ma questo non è ancora problematico. La questione veramente indefinibile è che il vento cambia a seconda della morfologia del terreno: è infatti abbastanza normale che, a seconda dell’ambiente circostante, la nostra palla subisca un’azione di intensità diversa durante il tragitto tra noi e il bersaglio.

Un caso pratico

Potrebbe capitare di essere appostati in un anfratto piuttosto riparato, che un centinaio di metri dopo la palla incroci una gola in cui spira un vento molto forte, che poi rasenti un altro bosco che ripara dagli effetti del vento e infine torni a essere esposta nel prato su cui sta brucando il camoscio dei nostri sogni. È per questo che l’incidenza del vento è difficile da quantificare e da prevedere; a volte è addirittura impossibile. Quindi se si caccia in ambiente ventoso è utile munirsi di un calibro potente.

La famosa scelta tra lento e pesante o leggero e veloce stavolta si indirizza sulla terza via, pesante e veloce; un buon 7mm o .300 (entrambi magnum) con palla medio pesante (soprattutto sul 7mm non bisogna scendere sotto i 150 grani) sarà la soluzione giusta. In ogni caso con un vento accettabile, alle distanze canoniche e con una cameratura un po’ allegra problemi non ce ne saranno. Teniamo presente un fattore semplice: all’aumentare della distanza, la velocità cala e la palla è più vulnerabile (ha meno inerzia). Ma soprattutto aumenta il tempo di volo e quindi il tempo di esposizione all’aria. È uno dei motivi per cui più si tira lungo e più ci sono problemi.

A cura di Obora Hunting Academy “Danilo Liboi”.

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